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Donne livornesi: da Nada a Edda Fagni, otto storie da raccontare

Nella giornata dedicata alla donna, LivornoToday celebra le eccellenze della città che hanno saputo distinguersi nell'arte, nella politica, nelle scienze

Le militanti

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OSMANA BENETTI - Nata a Livorno nel 1923, Osmana Benetti è insieme al "suo" Garibaldi Benifei un simbolo per la città di Livorno. Una ribelle nell'anima, piccolissima di statura ma dotata di una forza che l'ha portata a spendere tutta la sua vita al servizio dell'antifascismo e della democrazia. Staffetta partigiana, dichiarò in un'intervista che non veniva mai perquisita perché sembrava una bambina e nessuno immaginava che nascondesse addosso i messaggi clandestini che la Brigata Garibaldi dalle colline della Valle Benedetta mandava ai gruppi della Resistenza in città. Conobbe così Garibaldo, partigiano. E ribelle Osmana lo è stata anche nel dopoguerra. Il suo matrimonio con Benifei è stato, infatti, il primo celebrato con rito civile in Comune, e 70 anni fa era davvero un atto di coraggio. Livornina d'oro conferita esattamente quattro anni fa (8 marzo 2015), insieme a Garibaldo ha continuato a essere testimone della memoria fino ai suoi ultimi giorni di vita (la scomparsa il 10 febbraio 2016, nove mesi dopo Garibaldo).

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EDDA FAGNI - Se negli anni Settanta le scuole d'infanzia livornesi furono prese a modello in tutta Italia, il merito lo si deve a Edda Fagni che, insieme a Lia Cirillini e Serenella Frangilli, costruì un sistema d'eccellenza riconosciuto e consolidatosi nel tempo. Donna di grandissima cultura, docente universitaria con una laurea in pedagogia, campionessa di scherma in età giovanile, Edda è stata sopratutto un'attivista e militante politica con un senso delle istituzioni superiore persino al suo credo. Comunista, decisamente comunista da battersi per l'unità del Partito di cui non seguì l'evoluzione democratica del 1991, rimanendo fedele alla falce e martello e aderendo al Prc. Assessore alla cultura e all'istruzione nella sua Livorno dal 1975 al 1980, fu consigliere regionale, deputata e senatrice prima di candidarsi a sindaco nel 1995 (con lei Rifondazione comunista superò il 16%, risultato mai più ottenuto in città). Profondamente cattolica e grandissima amica del compianto vescovo monsignor Alberto Ablondi, Edda Fagni se ne è andata nel 1996 a 69 anni compiuti.

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