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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Vespucci-Colombo, in pensione il professor Marco Cannito: "Esperienza unica. Abbraccio tutti i miei studenti"

Il saluto del candidato a sindaco nel 2004, 2009, 2014 e 2019 nonché ex consigliere per la lista civica Città Diversa: "Gli studenti vanno ascoltati, non dobbiamo essere i loro badanti"

Ha passato anni della sua vita a insegnare diritto ed economia a migliaia di studenti. Che adesso non avranno più la fortuna di averlo come professore. Marco Cannito infatti da agosto sarà in pensione lasciando nel Vespucci-Colombo un vuoto che difficilmente sarà colmabile. Persona conosciutissima in città vista anche la sua attività politica (per quattro volte è stato candidato a sindaco con Città Diversa), il 67enne si è voluto congedare dai suoi studenti e dai colleghi con una toccante lettera che la sua scuola ha deciso di pubblicare. Cannito parla apertamente del ruolo che al giorno d'oggi dovrebbero avere tutti gli insegnanti e di come occorre aiutare tutti i ragazzi e ragazzi nel farli intraprendere la miglior strada possibile: "Mi mancherà tutto questo e mi scuso se con tutti voi non sono riuscito a instaurare un rapporto poco più che superficiale". 

Livorno, Marco Cannito in pensione: la toccante lettera

Riportiamo integralmente quanto scritto dall'ex consigliere comunale di Città Diversa: 

Provo in questo passaggio sentimenti ambivalenti. Da una parte, sono contento per un nuovo cammino e per i miei tanti interessi da praticare, dall'altra sono dispiaciuto nel lasciare le alunne e gli alunni e voi colleghe e colleghi di una professione che, con tutte le involuzioni, ma anche evoluzioni positive, potrebbe essere più gratificante economicamente, ma lo è molto moralmente. Quante volte ci siamo, spesso giustamente, lamentati dei nostri alunni/alunne, eppure essi sono la nostra fonte di giovinezza oltre che di reddito. L'Italia è un paese bello ma complicato e la scuola ne è lo specchio, ma non parlerò mai male del piatto statale nel quale ho mangiato, anzi, ora che ho cominciato a capire qualcosa della scuola, me ne devo andare. 

"La burocrazia invece di aiutare scarica spesso pesi su di noi"

Da un'altra parte ancora non mi mancherà la burocrazia che invece di essere, come potrebbe, un servizio e un aiuto, spesso scarica pesi, procedure e norme sulle spalle di dirigenti, segreterie, docenti e a volte mette lacci che soffocano entusiasmi e attività. Mi mancherà l'entrare a scuola che è si un giogo di ore da rispettare e da cui mi libererò, ma è anche intrigante perché apre il giorno con una battaglia educativa da onorare. Mi permetto di ricordare che questa è una esperienza unica nel suo genere: avere dei giovani qui, ora, che tentiamo/tenterete di contribuire a formare, pur con fatica, mentre anche noi, pur con arrabbiature, cresciamo. Non troviamo questa occasione in alcun altro luogo e questo è un privilegio, oltre che un lavoro!  Ho avuto la fortuna di insegnare, per gran parte della carriera, nella scuola dove mi sono diplomato (il Classico) e poi nella scuola (Vespucci-Colombo) dove sono stato docente molti anni prima al serale e più di recente al diurno, continuando l'impegno nel volontariato. 

"Non dobbiamo essere badanti o genitori, ma gli studenti vanno istruiti e ascoltati"

Chiedo scusa a chi ho fatto qualche torto. Ringrazio ciascuno/ciascuna, docenti, collaboratori scolastici, personale di segreteria e chi in questi ultimi 4 anni mi è stato vicino conoscendo le condizioni di salute e di pericolo di vita di mia moglie che, grazie a Dio, da poco abbiamo superato, insieme, senza conseguenze gravi.  Ho un solo rammarico nei vostri confronti: che, al di la delle diverse sedi della nostra scuola complessa, non ho potuto oggettivamente o non sono stato capace soggettivamente, di avere con ciascuno di voi relazioni o di averle avute superficialmente. Per quanto riguarda i nostri alunni/alunne ritengo che non dobbiamo far loro da badanti, da genitori o da salvatori, ma, nel discernere chi non è tagliato a stare a scuola, dobbiamo istruirli, parlarli, a volte con durezza a volte con tenerezza, ma sempre volerne il bene. Accettando i limiti nostri e loro, soffrendo per i nostri e i loro fallimenti e amarezze, rialzandoci e aiutandoli a rialzarsi, godendo per le nostre e le loro vittorie. Pertanto, mi permetto di sottolineare in conclusione che dovremo, anzi dovrete, far prevalere la didattica e l'attenzione alla persona-alunno/a rispetto al resto, pur importante. Per quanto sarà possibile, aiuterò ancora la scuola in generale e questo istituto.   

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