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Menù di Pasqua: ecco i piatti tradizionali

Dalle uova all'agnello fino alla tradizionale schiacciata livornese: il menù pasquale è un tripudio di sapori

L'arrivo della Pasqua coincide, solitamente, con l'arrivo della primavera e, anche a tavola, tutto fa pensare a un risveglio. Della natura e dell'appetito, dopo il lungo digiuno quaresimale. E' per questo che i piatti della tradizione pasquale sono spesso a base di verdure di stagione, tantissime in primavera, e uova, ancestrale simbolo di rinascita. Non possono mancare poi l'agnello, discussa ma irrinunciabile tradizione culinaria nazionale che trova origine nella Pasqua ebraica, e i dolci tradizionali, dalle uova di cioccolato alla colomba fino alla schiacciata livornese, regina delle tavole, anch'essa di antichissima tradizione ebraica.

Partendo dall'antipasto, irrinunciabili le uova – benedette durante la Messa di Pasqua – meglio se di gallina livornese. E se proprio vogliamo esagerare scegliamo quelle del "re delle uova" Paolo Parisi, sono le più costose sul mercato. E un motivo c'è.
Ogni famiglia ha la sua versione tradizionale, si possono gustare ripiene o semplicemente bollite e condite, ma di certo non possono mancare.

Il primo piatto può essere a base di carne, a esempio tortellini in brodo o ravioli. Oppure si può assecondare i gusti e le esigenze dei vegetariani: e allora via libera a lasagne a base di carciofi, asparagi e altre verdure di stagione.
Il secondo piatto prevede appunto l’agnello, una tra le più discusse tradizioni della nostra cucina. Al forno, fritto, in umido o arrosto, è il piatto principale di ogni menù pasquale della tradizione, accompagnato dal contorno di verdure o dalle classiche, ma sempre di moda, patate arrosto.

A fine pasto, per quanto sazi, c'è sempre un angolino per il dolce ed è qui che si riconosce il vero livornese che, tra colomba e uova di cioccolato, sceglie la schiacciata. Un dolce della tradizione che richiede una preparazione un po' complessa e una lievitazione molto lunga. Il risultato, però, vale tutta l'attesa e non c'è niente di meglio che il retrogusto di anice per chiudere in bellezza il pranzo di Pasqua.

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