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Cronaca

Sostituì i lavoratori in sciopero con dipendenti Avr: Aamps assolta

Gli operatori ecologici della municipalizzata dei rifiuti si fermarono il 13 dicembre e l'azienda corse ai ripari sostituendoli con quelli di Avr. Citata in giudizio da Usb, Aamps ha avuto ragione

Con una sentenza firmata dal giudice Federica Manfré, si chiude in favore di Aamps la causa intentata dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori della municipalizzata, secondo cui l'azienda avrebbe violato la legge con una condotta antisindacale in occasione dello sciopero dei dipendenti del 13 dicembre del 2018. Allora, Rsu Aamps e Funzione Pubblica Cgil avevano indetto uno sciopero dei lavoratori di Aamps contro "la privatizzazione di alcuni servizi da parte dell'azienda che gestisce i rifiuti". Nel mirino erano finiti, come si poteva leggere nel comunicato stampa, "il Servizio Core, la raccolta porta a porta affidata ad Avr per il Pentagono del Buontalenti e la negazione ai lavoratori precari dell'applicazione del Decreto Dignità del Ministro Di Maio".

La protesta ebbe un discreto successo con molti lavoratori che manifestarono sotto Palazzo civico. Questo però non impedì ad Aamps di proseguire con il suo lavoro, specie per la raccolta porta a porta, visto che chiamò a svolgere quella funzione i lavoratori Avr. Questo bastò affinché l'Unione Sindacale di Base (Usb) citasse in giudizio proprio l'azienda accusandola di "condotta antisindacale". Il giudice Federica Manfré, con una sentenza del 6 aprile, ha dato però torto ad Usb avallando la scelta di Aamps. 

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Le accuse di Usb

L'Unione sindacale di base chiedeva di "accertare e dichiarare antisindacale la condotta posta in essere da Aamps consistita nel sostituire i lavoratori aderenti allo sciopero del 13 dicembre con lavoratori dipendenti di una terza estranea società (Avr spa) per svolgere servizi non previsti come 'prestazioni indispensabili' dal Ccnl Servizi Ambientali". Ma non è tutto. Usb pretendeva che fosse ordinato ad Aamps di "astenersi per il futuro dall’adottare i comportamenti antisindacali, a tutela del diritto di sciopero, di affliggere il provvedimento nella bacheca aziendale e di emettere un provvedimento idoneo ad evitare la reiterazione di questa condotta". 

Le decisione del giudice 

Nel 2015 Aamps indusse una gara di appalto per l'esternalizzazione del servizio di spazzamento manuale e meccanizzato, diserbo, raccolta foglie, pulizia spiagge ed altri servizi opzionali. Tra questi servizi opzionali fu inserito quello di raccolta dei rifiuti del porta a porta nel centro storico dell città. La gara fu vinta da Avr Spa e in virtù di questo, Aamps chiese, in occasione dello sciopero dei suoi lavoratori, ai dipendenti della società romana di "effettuare il servizio di raccolta differenziata porta a porta", affermando che questo comportamento "non violava le norme di legge o del Contratto collettivo nazionale di lavoro". Il giudice, nel rigettare quanto chiesto da Usb, ha tenuto conto di come Aamps "non ha proceduto a nuove assunzioni stipulando, al fine di sopperire agli effetti dello sciopero, contratti né a termine né di somministrazione". Inoltre rientra nei pieni diritti del datore di lavoro, anche per quanto riguarda le società appaltate, "limitare gli effetti negativi dello sciopero senza violazione di alcuna disposizione di legge o di Ccnl".

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