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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Caterina Zucchi, da Livorno alla Biennale turca con i suoi gioielli di vetro

L'artigiana ha ottenuto grazie alle sue opere il marchio Quality Made per la sostenibilità culturale, sociale e ambientale

Caterina Zucchi, artista del vetro, e il suo Studiozero-Vetro rompono i confini e volano alla Biennale Turca. L'artigiana livornese, che svolge questo lavoro da ormai 15 anni, grazie alla classe e all'eleganza che contraddistinguono i suoi gioielli, vere opere d'arte, ha appena ricevuto il marchio Quality Made per la sostenibilità culturale, sociale e ambientale, che valorizza la connotazione artigianale del "made in" e rende esplicito il concetto di qualità dell'offerta proposta.

Caterina Zucchi è rappresentante di una categoria rara. Artigiana del vetro, si è avvicinata a questo mondo frequentando per due anni una scuola legata al Fondo Sociale Europeo e dedicata alla lavorazione artistica di questo materiale a Bolzano. Poi la folgorazione con Murano e la tecnica del cannello, e l'incontro con un maestro capace di indirizzare un fiume in piena di passione, di cui diventa assistente. Qualche anno dopo, nel 2004, Caterina apre a Livorno, la sua città, lo Studiozero-vetro e da quel momento quella passione forte diventa un vero e proprio mestiere che la porterà spesso all'estero in Germania, Scozia, Giappone, Corea del Sud. Quest'anno arriva la grande occasione e l'invito forse più importante attraverso un contatto su Instagram, secondo una meritocrazia che l'Italia raramente vede e premia. E' quello della biennale di Denizli, in Turchia, uno degli eventi dedicati al vetro più importanti d'Europa. E Studiozero-vetro non è un semplice ospite, ma la professionalità e la creatività di Caterina vengono richieste per una dimostrazione pratica e una lezione teorica sull’arte del cannello di Murano.

"È stata un'esperienza illuminante – commenta Caterina – che sicuramente spero di ripetere. Il confronto tra le culture, gli stili e le tecniche è stato davvero stimolante, con tante esperienze di cui farò tesoro per il mio lavoro futuro. Spero di tornarci, magari per insegnare, visto che ho ricevuto tante richieste: vedremo cosa riserverà il futuro. Io mi sento cittadina del mondo, recentemente ho donato un'opera al Liberty Musem di Philadelphia, mentre porto avanti la mia collaborazione con una galleria di Edimburgo, necessito di apertura mentale e scambi di stile". 

 

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