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Cronaca Cecina

"Arcigay diffonde la cultura finocchista nelle scuole", condannato l'ex consigliere della Lega Lorenzo Gasperini

La replica del vicecoordinatore Anci Toscana: "Così si limita la libertà di espressione"

Era il 17 settembre del 2018 quando l'allora consigliere comunale di Cecina, Lorenzo Gasperini, scrisse su Facebook un post nel quale criticava apertamente l'Arci e l'Arcigay accusandoli di "diffondere la cultura finocchista nelle scuole". In poco tempo si sollevò un gran polverone su quella affermazione e proprio l'Arcigay, tramite il suo presidente Luca Mazzinghi, deunuciò Gasperini per quanto scritto. A inizio febbraio di quest'anno è arrivata la sentenza del tribunale di Livorno che ha dichiarato colpevole l'attuale vicecoordinatore di Anci Toscana del reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa condannandolo al pagamento di mille euro all'associazione nonché a quello delle spese processuali che ammontano a 2.800 euro.

Dopo la pronunciazione della sentenza, non si sono fatte attendere le reazioni dei diretti interessati. Arcigay si è detta "estremamente soddisfatta" e che "questa sentenza conferma che le attività dell’associazione non mirano a diffondere l’inesistente 'teoria gender', ma piuttosto la promozione di diritti e buone pratiche affinché le persone Lgbtqia+ siano sempre meno marginalizzate, anche e soprattutto nei contesti scolastici". Dal canto suo Gasperini invece critica quanto stabilito dal giudice: "Così si limita la libertà di espressione". 

Ex consigliere della Lega contro Arcigay: "Diffonde cultura 'finocchista'": condannato

Ma cosa diceva di preciso il post di Gasperini?. Nell'augurare un buon inizio anno degli studenti, il 33enne scrisse, come riportato nella sentenza di condanna del giudice Rosa Raffaelli: "[...]cercando di mettere fine alle deformazioni di chi per troppo tempo ha cercato di usare la scuola pubblica per fare politica e per creare un "nuovo senso comune" (espressione di Antonio Gramsci), con progetti e attività di Arci, Arcigay e compagni vari per diffondere tra i ragazzi e i bambini l'ideologia relativista, immigrazionista, islamista e soprattutto - negli ultimi anni - finocchista (addirittura insegnando nelle scuole che non si nasce né maschi né femmine, secondo l'ideologia gender)". 

Per il giudice Gasperini quindi "non si è limitato a contestare (magari anche duramente ma comunque in modo urbano e con continenza verbale) l'operato di Arci e Arcigay nelle scuole, ma ha utilizzato un termine fortemente denigratorio ("finocchista"). La parola è infatti evidentemente creata sulla base del termine "finocchio", che è utilizzato in senso dispregiativo per riferirsi alle persone omosessuali, ed è dunque essa stessa volgare e denigratoria". In aggiunta il giudice ha stabilito che quanto scritto non può 'passare' come "critica politica laddove la manifestazione del pensiero veicoli odiose discriminazioni, fondate su caratteristiche personali dei soggetti coinvolti, o si connoti per l'uso di espressioni linguistiche oggettivamente offensive ed estranee al metodo e allo stile di una civile contrapposizione di idee". 

La replica di Gasperini: "Limitata la libertà di espressione"

L'ex consigliere, dopo la lettura della sentenza, ha commentato quanto stabilito dal giudice: "Si tratta della prima in Italia per una legge che non c'è: applica il ddl Zan mai diventato legge e cassato dal Senato. Di fatto è una condanna rieducativa per omofobia, sullo stile dell'articolo 58 dell'Unione Sovietica che prevedeva la condanna per il generico crimine di "attività controrivoluzionaria" per reprimere il dissenso e omologare le coscienze. Non è solo una condanna nei mie confronti ma una minaccia alla libertà di espressione di tutte quelle persone che ancora credono che si nasca maschi e femmine, senza asterischi o lettere rovesciate. Criticare con forza certa ideologia è un diritto giuridico e un dovere morale. Le mie posizioni sulla famiglia, sull'identità di maschio e femmina e sui diritti dei bambini da oggi non cambiano di una virgola, anzi si rafforzano". 

Arcigay: "Soddisfatti per la sentenza"

Il comitato L.e.d Libertà e Diritti - Arcigay Livorno ha voluto esprimere la propria soddisfazione per la condanna di Gasperini:"Oltre a condividere pienamente la sentenza, con quanto stabilito si coglie l’occasione per ricordare che da anni è costante l’impegno dell’associazione nella promozione della cultura delle differenze, dell’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole del territorio, lavorando per sensibilizzare gli studenti e formare docenti e personale Ata. 

"In un contesto politico e sociale dove i diritti delle persone Lgbtqia+ sono sempre più sotto attacco, questa sentenza conferma che le attività dell’associazione non mirano a diffondere l’inesistente “teoria gender”, ma piuttosto la promozione di diritti e buone pratiche affinché le persone Lgbtqia+ siano sempre meno marginalizzate, anche e soprattutto nei contesti scolastici. Non si è mai negato a nessun soggetto la possibilità di criticare l’operato dell’associazione, ma si è certi che le parole d’odio non debbano avere spazio nel dibattito pubblico". 

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