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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, azienda livornese riconverte la produzione e realizza mascherine per la protezione civile

L'iniziativa è della Ortona Tensostrutture di Gabriele Ortona specializzata nella realizzazione di coperture per esterni: "Se quanto faccio ridurrà la diffusione del Covid-19 ne sarò orgoglioso"

La rapida diffusione del SARS-CoV-2 ha costretto il governo a chiudere molte fabbriche ritenute "non essenziali" al fine di limitare la diffusione dell'epidemia di Covid-19. Tuttavia molte di queste imprese, anziché abbassare le saracinesche, hanno deciso di riconvertire la propria produzione a favore di chi lotta in prima linea contro il Coronavirus per tentare di salvare quante più vite umane possibile. Alcuni esempi sono gli stabilimenti di Armani che realizzeranno camici monouso per i dottori o la "Grafica Veneta" che ha creato e donato due milioni di mascherine.

A Livorno c'è una ditta che ha deciso di seguire l'esempio di quest'ultima e sta creando mascherine Ffp2 sanitarie non medicali per la protezione civile. Si tratta della Ortona Tensostrutture, di Gabriele Ortona, specializzata nella realizzazione di coperture per esterni, tensostrutture, tendostrutture e tendoni da circo: "Se quanto sto facendo può accelerare la ripresa dei rapporti sociali e limitare la diffusione del virus mi renderà orgoglioso". Le stesse mascherine, una volta ottenuta la certificazione da parte degli organi competenti, potranno essere sia commercializzate che regalate ai presidi ospedalieri del territorio. 

Ortona, com'è nata la sua iniziativa?
"Ho sentito il bisogno di aiutare tutti gli angeli che in questo momento stanno cercando di salvare le vite a chi ha contratto il Coronavirus. All'interno della nostra azienda ci sono tutti gli strumenti idonei per la creazione delle mascherine e quindi sono voluto scendere in campo in prima persona". 

I suoi dipendenti come hanno risposto a questa sua idea?
"Sono stati molto contenti, soprattutto per l'idea di non dover passare questi giorni in casa. Per loro la possibilità di andare a lavoro è importante anche perché lo fanno in un ambiente completamente asettico e con tutte le precauzioni del caso. In aggiunta possiamo completare alcune commesse come tensostrutture alla protezione civile regionale e la riparazione di teloni di camion di alcune aziende della filiera dei trasporti". 

Quali sono stati i primi passi?
"Inizialmente mi sono procurato i materiali per realizzare le mascherine e, dopo aver creato una serie di prototipi, ho inviato la documentazione necessaria affinché il nostro prodotto riceva la certificazione per poter essere commercializzato e donato anche alle strutture ospedaliere. Voglio ringraziare il sindaco e la prefettura che hanno subito appoggiato la mia iniziativa". 

L'idea principale resta quella della donazione. 
"Assolutamente sì. Da lunedì (30 marzo, ndr) produciamo circa 300 pezzi che regaliamo alla protezione civile la quale, successivamente, potrà donarli a chiunque vorrà. L'aspetto economico, in questa mia avventura, passa in secondo piano". 

Cosa significa per lei questa iniziativa?
"Prima di tutto si tratta di un'opera benefica che mi permettere di tenere la struttura aperta. In aggiunta, non graviamo a livello economico sulla società visto che i miei dipendenti non sono in cassa integrazione". 

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