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Cronaca

Coronavirus, lettera di una 12enne affetta da Covid-19 da oltre due mesi: "Rispettate le regole e i malati"

L'appello di Ginevra, costretta a casa da metà marzo: "Non pensate che la fase 2 sia come una vacanza"

Ginevra ha 12 anni e, come tutte le ragazze della sua età, dovrebbe pensare solamente a divertirsi e a stare con le amiche, ora che finalmente si può. Invece da oltre due mesi, per l'esattezza dal 12 marzo, è chiusa in casa per colpa del Coronavirus. Che, nel mentre, ha contagiato anche la madre, il padre e la nonna portandosi via, purtroppo, il nonno. Solo il fratello è rimasto immune. Ginevra sta vivendo momenti difficili, specialmente in questi giorni dopo aver effettuato l'ennesimo tampone che ha dato esito positivo. Trascorre le sue giornate nella sua abitazione, contornata dall'affetto della famiglia, guardando dal terrazzo chi, piano piano, sta cercando di tornare a una vita normale. Lei ancora non può farlo e non sa quando il Covid-19 deciderà di lasciarla in pace. 

Ed anche in virtù del momento particolare che sta vivendo, nel mentre continua a combattere contro questo maledetto virus, Ginevra ha deciso di lanciare un messaggio per tenere alta l'attenzione su una pandemia che, per alcuni, sembra ormai alle spalle: "Vedo persone che escono senza mantenere le distanze - racconta la Ginevra a LivornoToday -, con le mascherine abbassate sul mento o portate sopra la testa. Tutto questo mancato rispetto per le regole mi fa arrabbiare perché nessuno è immune e chiunque può prendere il Coronavirus. Tutti dovrebbero rispettare le disposizioni, ma alcuni se ne fregano". Una ferita per Ginevra, che a causa del Covid-19, ha ancora difficoltà nel parlare. Per questo, di sua volontà, ha deciso di scrivere una lettera per spiegare ai suoi coetanei cosa si prova a stare a casa e vedere un parente morire senza avere la possibilità di salutarlo. Non è stato semplice, ci è voluto tempo, varie bozze, alcuni controlli dei genitori e poi finalmente la stesura finale. 

La lettera di Ginevra, 12enne livornese affetta dal Coronavirus da oltre due mesi

Riportiamo integralmente la lettera scritta dalla piccola Ginevra

"Vorrei tanto che queste mie righe arrivassero a tutti i ragazzi della mia età, ai più grandi e agli adulti. Vi prego, cerchiamo di essere responsabili e prudenti perché tutto questo non è stato e non è certo uno scherzo. Siamo stati in casa per quasi due mesi, non perché Conte non sapesse cosa dire, ma perché era pericoloso uscire senza rispettare le procedure. Adesso con la Fase 2 sembra che tutto sia finito, sembra che tutto sia una vacanza. Sappiamo tutti cosa voglia dire stare tanti giorni senza vedere le persone a cui vogliamo bene, non andare in palestra, a danza, a tennis o in città con gli amici a fare confusione e a farci selfie a rotazione. ​Ai più grandi sarà mancato andare fuori con la ragazza o il ragazzo. Ci è mancato anche andare a scuola, perché anche questo fa parte della nostra vita, anche se in tanti diranno che non è vero. Ci siamo impegnati a collegarci ogni mattina o quasi per portare avanti le lezioni, ma diciamolo, non era la stessa cosa. A chi non è mancato il fatto di trovarsi fuori scuola con i compagni, chiacchierare all'intervallo, rubarsi o scambiarsi le merende. Questo periodo ci ha tolto persino l'ansia delle interrogazioni e dei compiti in classe, e adesso non abbiamo paura degli scrutini di giugno, ma di come rientreremo a settembre.

Con la Fase 2 sembra che tutto sia finito e che siamo tutti in vacanza

Non tutti hanno vissuto questo periodo nello stesso modo, forse perché io mi sono ammalata. Eh già, non era vero che i giovani non prendevano il virus. Fortunatamente non l'ho preso in maniera forte e invadente, ma vi posso assicurare che non è stata una passeggiata e non ci sono ancora uscita. Ho visto i miei genitori piangere e stare male, mio fratello preoccuparsi, ho visto portare all'ospedale mia nonna e mio nonno e quest'ultimo è stato sconfitto dal virus e noi non lo abbiamo neanche potuto salutare. Non stiamo ancora bene, perché questo virus è "bastardo dentro", c'è chi l'ha vissuto senza accorgersene, chi non l'ha superato, e chi ancora non riesce a vincerlo. E allora sale la paura che tutto riprenda come prima, perché la gente non prende sul serio le disposizioni e non usa il buon senso. Non ci hanno ridato la libertà per fare come ci pare, ma per essere meno egoisti e più responsabili, per permettere ai nostri genitori di tornare al lavoro sicuri e guadagnare onesti stipendi.

La gente non prende sul serio le disposizioni e non usa il buon senso. Non ci hanno ridato la libertà per fare come ci pare 

Per chi lavora non è semplice gestire la sicurezza, facciamo la nostra parte. Non ne posso più di vedere video, post, foto di gruppi fuori dal bar dove tutti hanno la mascherina in testa sotto gli occhiali da sole o sotto il mento. Ragazzi che si abbracciano e giocano col virus quasi come a dire: "tanto non mi prendi". Le restrizioni sono fatte per salvaguardarci. Non è invidia, ma rabbia. Davvero non capite che tutto può ricominciare? Andare fuori con gli amici, senza usare mascherine ma soprattutto senza rispettare le distanze potrebbe aiutare il virus a spargersi nuovamente. Non dobbiamo vivere con la paura, ma se tutti iniziassimo ad usare le protezioni e a rispettare le disposizioni, potremmo fare la differenza. Pensiamo ai nostri nonni, ai nostri genitori, sta a noi proteggerli, perché andando fuori come prima, potremmo portare a casa il virus e creare altri ammalati. Sta a noi proteggerli e ricordargli che possono fare del bene. Quindi cerchiamo di essere di esempio.

La distanza va mantenuta, la mascherina non è simpatica, dà fastidio, dà noia alle orecchie, toglie l'aria, ma ci possiamo abituare, impariamo a sorridere con gli occhi, aspettiamo che la situazione cambi e diventi più sicura. La Fase 2 non è una vacanza, la Fase 2 è un periodo di prova, che non va preso alla leggera. Non tutti ignorano l'importanza delle protezioni, la maggior parte delle persone ha capito come fare e si comporta benissimo, facciamolo tutti! Siamo tutti in gamba, ce la possiamo fare. 

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