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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus Livorno, la petizione delle scuole di danza cittadine: "Aiutateci a non morire"

Firmata una richiesta indirizzata al sindaco e agli assessori Lenzi, Raspanti e Simoncini: "Muoviamo un indotto economico e culturale che arricchisce la città, ma non abbiamo tutele"

Sono tanti i settori a soffrire enormemente a causa delle pesanti, seppure necessarie, restrizioni decise dal governo per arginare il contagio da Coronavirus. Tra questi anche le scuole di danza livornesi, ventuno in tutto, che si sono ritrovate dalla sera alla mattina senza l'unica, preziosa, fonte di sostentamento: le quote dei soci che dai primi di marzo sono state chiaramente sospese. Una situazione pesante e delicata che coinvolge un piccolo esercito invisibile di professionisti, al momento, ignorati da tutti i decreti.

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Le strutture hanno quindi deciso di lanciare una petizione indirizzata al sindaco Luca Salvetti e agli assessori alla Cultura, Lavoro e Sociale: "Siamo consapevoli che le norme indicate nel decreto dell'8 marzo 2020 sono state adottate nell'interesse primario della salute di tutti i cittadini. Pertanto, la danza nella nostra città si è fermata e il danno è enorme.  Questa disciplina da anni è oramai diventata la 'cenerentola' delle arti, abbandonata e dimenticata dalle istituzioni con pesanti conseguenze. In questo scenario drammatico le scuole di danza in Italia continuano incessantemente a formare circa 1 milione e 400 mila giovani allievi, a sostenere i loro sogni e la loro passione, a offrire loro palcoscenici sui quali possano esprimersi, il tutto pressoché senza aiuti e sostegno, neppure dal Coni e dalle federazioni sportive".

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Le scuole di danza livornesi: "Il patrimonio umano e artistico che formiamo non può andare sprecato"

In città ci sono circa 5mila iscritti, un importante patrimonio umano e artistico che non può e non deve andare disperso. Questo settore, che nel corso degli anni, ha imparato ad autosostenersi grazie alle quote associative, muove un indotto economico importante fatto di sartorie, hotel, aziende di noleggio pullman, Siae, negozi di attrezzature sportive: "Vale la pena ricordare - si legge ancora nella petizione - che sono proprio le scuole di danza a organizzare eventi, manifestazioni e concorsi di prestigio e richiamo internazionale. Tutto questo arricchisce l'offerta turistico-culturale della nostra città con positive ricadute sull'economia e sul territorio".

Le richieste: meno spese e una fonte di reddito garantita

La delegazione di scuole di danza cittadine, quindi, chiede al Comune di Livorno che si faccia promotore, insieme al Governo, di azioni che diano supporto e sostegno alle associazioni in questo momento di profonda crisi.
Ecco il dettaglio delle richieste:

  • Sospensione del pagamento dei canoni di locazione privati e pubblici delle strutture associative per il periodo in cui è stato richiesto di sospendere le attività sportive e/o le stesse risultino impraticabili;
  • Annullamento del il pagamento di Tari e Tasi per tutto il 2020;
  • Posticipazione delle rate dei mutui per il periodo in cui è stato richiesto di sospendere le attività sportive e/o le stesse risultino impraticabili;
  • Diminuzione del 50% le spese delle utenze (acqua, elettricità, gas, ecc.) per il periodo in cui è stato richiesto di sospendere le attività sportive e/o le stesse risultino impraticabili;
  • Istituzione di un fondo per rimborsare i costi sostenuti dalle associazioni e società sportive per la copertura assicurativa dei propri tesserati (polizza infortuni, polizza RCT, ecc.) nel periodo d'emergenza proclamato dai vari Dpcm;
  • Garantire una fonte di reddito di almeno 500 euro al mese per ogni istruttore e/o insegnante proporzionata al periodo in cui è stato richiesto di sospendere le attività sportive e/o le stesse risultino impraticabili, tenuto conto che per la maggior parte di tali istruttori e/o insegnanti il corrispettivo percepito dalle associazioni e società sportive costituisce l'unica fonte di guadagno;
  • Parificare le associazioni e società sportive alle Pmi o comunque vengano loro consentito l'accesso a strumenti di finanziamento agevolato.

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