L'addio dei tifosi a Gian Domenico Frintino: "Era la nostra mascotte, gli volevamo tutti bene"

Gli volevano tutti bene a Gian Domenico Frintino, quel ragazzone di 58 anni che, nonostante la disabilità, da oltre 30 anni non si perdeva una partita del suo amato Livorno. Allo stadio era andato anche lunedì sera 4 marzo, per assistere alla partita contro il Benevento, ed è stata quella la sua ultima volta in tribuna: colto da un malore tra il primo e il secondo tempo, Domenico è morto nonostante i disperati tentativi di soccorso da parte di medici e volontari in servizio al Picchi. Un lutto che ha profondamente colpito la tifoseria amaranto e la società tutta, dai calciatori al presidente Aldo Spinelli.

Il ricordo dei tifosi

In tribuna, dove era regolarmente abbonato da una vita, lo avevano eletto come una sorta di mascotte; sui social, invece, Domenico viene ricordato affettuosamente come "Pantera", un soprannome che ne sottolineava anche la forza d'animo. "Era impossibile non volergli bene - racconta il responsabile della biglietteria del Livorno calcio, Piero Mazzoni -. Conoscevo Domenico dal 1990, quando entrai in società, era sempre tra i primi a venire a fare l'abbonamento al punto amaranto insieme alla sorella, una donna meravigliosa che si è sempre presa cura del fratello". "Quando ci incontravamo allo stadio era il primo a salutare, dispensando per tutti baci e abbracci - continua -. E poi i caffè, quanti ne abbiamo bevuti insieme al bar della tribuna. Era come un figlio, la mascotte dei distinti laterali della tribuna dove seguiva le partite del suo Livorno". Un posto che adesso, purtroppo, rimarrà vuoto. "Il Presidente e tutta la società A.S. Livorno Calcio  si stringono alla famiglia di Giandomenico con infinito affetto - il messaggio di cordoglio della società -. A tutti i suoi cari va il nostro più sentito cordoglio per questa tragica scomparsa".