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Cronaca

Livorno in comune, Vitulano: "Cartellini rossi? Al massimo qualche giallo"

La figlia dell'indimenticato Miguel e candidata per la lista che fa capo al movimento del sindaco Pizzarotti si presenta alla città: "Qui non per denigrare, ma per migliorare"

Cartellini rossi non intende estrarne, al massimo qualche giallo. Perché "denigrare il lavoro degli altri non serve, piuttosto c’è bisogno di idee, proposte, valori". E, soprattutto, di stare in mezzo alla gente. Carina Vitulano, ingegnere ed arbitro internazionale, si presenta così da candidato sindaco di Livorno in Comune, la nuova forza politica che fa capo al movimento di Federico Pizzarotti e che correrà alle prossime elezioni comunali. Da sola, per il momento, anche se la presenza di molti socialisti in platea e di qualche rappresentante di +Europa, con Marco Taradash in testa, lascia presupporre possibili apparentamenti preelettorali. Una lista aperta a tutti, ritornello comune a molte altre già in corsa, che rischia di frammentare ulteriormente le forze di opposizione ai Cinquestelle e al centrodestra, ma che non se ne preoccupa perché l’intento è un altro. Proporre idee e soluzioni per la gestione dei problemi della città, che non sono né di destra né di sinistra. Lo dicono Claudio Puccetti, Michele Lucarelli e Maurizio Alderoni, alfieri di Carina nel giorno della sua presentazione a candidato sindaco.

Carina Vitulano (8)-2La candidata sindaco si presenta

"La prima idea quando mi hanno proposto questa avventura – racconta Carina Vitulano – è che questi amici erano stati dei folli a puntare su di me. Il mio bagaglio di esperienze di vita non ha niente a che fare con la politica. Il secondo pensiero  - afferma la figlia del grande Miguel - è stato riguardo al mio cognome che a Livorno importante, una garanzia di onestà. Inizialmente ho pensato fosse un punto a sfavore, una pesante responsabilità. Poi ho studiato Pizzarotti, la carta dei valori del partito e mi sono innamorata del progetto. Livorno è una città aperta, ha aperto le porte anche alla mia famiglia. E ho pensato che la mia esperienza di vita poteva essere di esempio e rilanciare un messaggio: si può anche andare via dalla propria città ma poi si può tornare per mettersi al suo servizio per migliorarla. Il principio fondamentale è la centralità delle persone. Individui, uomini e donne, che mettano al servizio della comunità le proprie competenze". 
"Non entro nel merito della programmazione, lo faremo più avanti. Ognuno è arbitro di se stesso, ma a volte ci si trova a esserlo anche per la vita degli altri. Decidere per gli altri? C'è solo un modo di farlo: essere se stessi. E noi ci metteremo cuore, passione, consapevoli che si può sbagliare". 
"Cosa direbbe babbo? Ne ho parlato con mamma e con le mie sorelle. In questi 10 anni è sempre stata la mia prima domanda qualsiasi cosa abbia fatta. Sono convinta mi avrebbe detto che sono pazza, ma poi ci saremmo messi a un tavolino analizzando i pro e i contro, e alla fine mi avrebbe appoggiato. Metterò in campo tutta la volontà che ho per questa città di cui ci siamo innamorati. 

Possibili alleanze 

Perché non siete andati con BL? Carina non ha dubbi: "Abbiamo dei nostri progetti e dei nostri pensieri e andremo avanti con quelli. Questo non vuol dire che non dialoghiamo". A questo punto interviene anche Claudio Puccetti: "Il nostro intento è quello di proporre delle soluzioni di gestione della città. I Cinquestelle sono stati votati per un cambiamento ma non hanno saputo gestire le situazioni critiche. Se BL ha idee comune c'è una competizione elettorale con delle regole e vedremo cosa succederà". 
Ma quali sono le reali competenze di Vitulano? A rispondere è proprio la diretta interessata: "La mia è un’estrazione ingegneristica: sono abituata a trovare il problema, studiare una soluzione e metterla in atto. Immagino e spero di parlare in modo semplice. Quando si scrive una relazione o si fa un’equazione e ci si accorge che c'è un errore perché il risultato non torna, lo leggi e lo rileggi e non trovi il bandolo delle matassa; forse serve un occhio vergine che capisce dove sta il punto critico. Ecco, io non vengo dalla politica e forse proprio questo è il mio punto di forza. Sono abituata a stare con le persone, a studiarle. A 25 anni sono stata catapultata a a capo di una catena di montaggio con trecento persone da gestire su tre turni. Mi sono trasferita a Pontedera per stare con i miei ragazzi. Ho imparato a studiare le persone: dal 60enne che montava la marmitta a quello che fa i controlli di qualità. Troppe liste civiche con discorsi già sentiti e risentiti? Può darsi, ma qui ci sono principi e valori importanti che ho fatto miei. La mia è stata una vita fatta di sfide e questa è sicuramente tra le più grandi"

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