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Cronaca Cecina

Cecina, sfrattato Franco Arnaboldi: "Una sconfitta per tutti, mi vendicherò"

L'agricoltore è stato costretto a lasciare la casa nella quale abitava nonostante vanti con lo Stato un credito di oltre 800mila euro

Lo aveva annunciato con un post sulla pagina di Change.org: "Il 3 luglio mi sfrattano" e, purtroppo, così è stato. Franco Arnaboldi, l'agricoltore cecinese che vanta un credito con lo stato di oltre 800mila euro, è stato allontanato dalla sua abitazione (pignorata e venduta all'asta, ndr) nel pomeriggio del 3 luglio. Non sono servite le mediazioni del sindaco di Cecina Samuele Lippi e dei suoi avvocati Gessica Sartini e Caretina Farinelli: l'ufficiale giudiziario Giacomo Boni è stato irremovibile anche se più tardi spiegherà che "ho fatto soltanto quanto detto dal giudice di Livorno". Adesso il 78enne, che resta comunque proprietario del suo terreno di Collemezzano, grazie all'intervento del primo cittadino cecinese sarà ospitato in albergo per qualche giorno e nel mentre verrà costruito, al fianco della sua ex abitazione, un modulo abitativo in maniera che possa anche continuare con il lavoro della sua azienda. "È una sconfitta di tutti - le parole di Arnaboldi - ma io non mi fermo qui e potete stare certi che mi vendicherò di tutto questo". Adesso al 78enne rimangono 30 giorni di tempo per liberare la casa dai suoi oggetti. 

Franco Arnaboldi (1)-3

La delusione di Arnaoldi: "Una sconfitta dello Stato, non mi hanno neanche concesso dieci giorni"

In cuor suo, l'agricoltore cecinese sperava che questo giorno non arrivasse mai. Nonostante vanti un credito con lo Stato di oltre 800mila euro (che dovrebbe essere pagato entro il 14 settembre, ndr), l'uomo si era detto disposto a collaborare con le istituzioni pur di trovare una soluzione visto che la sua casa era stata pignorata e venduta all'asta: "Se mi lasciano qualche giorno in più - aveva commentato prima di ricevere la notizia dello sfratto - io posso organizzarmi e cercare una sistemazione consona per me e la mia azienda". Soluzione che era stata avallata anche dai suoi avvocati. Tuttavia, dopo una riunione fiume con l'ufficiale giudiziario, il sindaco e i suoi legali, ad Arnaboldi non è rimasto altro da fare che lasciare la sua casa: "È una sconfitta dello Stato. Il dottor Boni non ci ha fatto ragionare ed è sempre rimasto sulle sue convinzioni senza mai cedere di una virgola. Mi hanno lasciato senza nulla: al momento non ho neanche un bagno dove potermi lavare. A un certo punto hanno addirittura paventato l'ipotesi di portarmi via con la forza, ma per fortuna non si è accaduto. Non mi hanno voluto dare neanche dieci giorni di tempo perché sembra che di me a loro non interessi. Io posso solo dire che mi vendicherò e che occorrerà frazionare a modo la proprietà con i nuovi inquilini di casa mia altrimenti non farò entrare nessuno". 

Samuele Lippi-2

Il sindaco Lippi: "Una giornata triste"

Il primo cittadino di Cecina ha provato in tutti i modi a venire incontro ad Arnaboldi, ma si è dovuto scontrare con la fermezza dell'ufficiale giudiziario: "Non siamo riusciti a evitare questa situazione abbiamo trovato un accordo con Arnaboldi che verrà appoggiato temporaneamente in albergo e poi verrà creato un modulo abitativo da porre all'interno del suo terreno. Noi avevamo chiesto di poter posticipare la liberazione dell'appartamento di almeno dieci giorni ma è stato posto un divieto assoluto. Ero stato anche disposto a farmi da garante per questi dieci giorni ma neanche questo tentativo è andato a buon fine". 

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Gli avvocati di Arnaboldi: "Calpestata la dignità umana"

Gessica Sartini e Caretina Farinelli si sono battute ogni singolo giorno per i diritti dell'agricoltore, ma anche loro alla fine non hanno potuto evitare lo sfratto: "Il delegato alla vendita non ha voluto saperne di concedere altro tempo a Franco, non ci è stata data alcuna possibilità di moderare. Ci è stato solo detto che il dottor Boni stava eseguendo un ordine del giudice. Noi abbiamo provato a portare avanti tutte le nostre richieste tra cui i numeri problemi in cui Arnaboldi andrà in contro in caso di sfratto immediato, ma nessuno ci ha dato ascolto. Il sindaco, per fortuna, si è reso molto disponibile ma riteniamo che questa situazione sia priva di senso". 

Giacomo Boni - Samuele Lippi

Il delegato alla vendita: "Non ho potuto agire diversamente" 

Tirato in causa da più parti, il dottor Giacomo Boni, al termine di una giornata carica di tensione, ha spiegato la sua versione dei fatti: "Non avevo l'autonomia per cambiare quanto espresso del giudice. Io non ho preso nessuna decisione e mi è pesato molto mandare via di casa l'Arnaboldi. Prima di oggi ci sono stati numerosi rinvii e questa volta non era più possibile farlo. Da parte mia ci sarà una massima disponibilità nei confronti dell'uomo affinché possa recuperare i suoi effetti nella più totale tranquillità. L'unico che ha responsabilità sono io e dovevo fare quando era stato deciso dal giudice". 

Lo sfratto di Franco Arnaboldi

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