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Cronaca

Lite con Perini, Bottai: "Lui un provocatore, ma è la Lega che ha organizzato un caso mediatico. Lo dice anche suo padre"

Il segretario del PC sui fatti del 31 dicembre: "Ho risposto alle provocazioni, gli screenshot lo dimostrano. Si meritava due schiaffi ma l'ho soltanto preso per un orecchio e adesso si inventa tutto. Ora basta, si dimetta"

Ne parla oltre un'ora perché poi non vorrebbe più tornare sull'argomento e concentrarsi soltanto sui contenuti politici. E lo fa esclusivamente perché tirato nel mezzo di una situazione che, per lui, sarebbe già finita là. Accusato di aver aggredito il consigliere della Lega, Alessandro Perini, e invitato a chiedere scusa nonché ad abbassare i toni dello scontro, il segretario del Partito Comunista, Lenny Bottai, è tornato oggi 4 gennaio sui fatti del 31 dicembre scorso, ribadendo a una platea numerosa come in realtà siano andate le cose, ovvero di essere stato egli stesso la sola vittima di un'aggressione, e raccontando nuovi retroscena che vanno dalle provocazioni di Perini, testimoniate da una serie di screenshot, fino alle accuse di una macchinazione studiata ad arte dalla Lega per farsi pubblicità e avvelenare il clima politico. "E non lo dico io - sostiene Bottai -, ma il padre di Perini che me lo ha confessato in una telefonata opportunamente registrata". Nella serata del 4 gennaio è arrivata la replica del diretto interessato: "Non ho mai forzato nessuno a sporgere querela - le parole di Franco Perini -, e non c'è stato nessun caso creato ad arte". 

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Bottai: "La Lega voleva un confronto mediato dal sindaco, non si è presentato nessuno"

"Mi preme sottolineare che non avrei mai fatto una conferenza per queste cose - attacca Bottai -, ma sono stato tirato in ballo e devo tutelare la mia immagine di esponente politico e personaggio pubblico. E in più è arrivato il momento di esautorare chi ha avvelenato il clima politico in città, ovvero la Lega. Mi sarebbe piaciuto un confronto con Perini e tutta la famiglia del Carroccio, come richiesto da loro, con il sindaco a fare da mediatore, ma non sono venuti perché, dopo aver montato un caso mediatico, non volevano la presenza dei giornalisti".

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"Ecco i post di Perini sulle zecche rosse. Chi è che avvelena il clima?"

La premessa è l'incipit di una lunga esposizione dei fatti, in cui Bottai intende prima di tutto smontare punto per punto la conferenza della Lega di venerdì 3 gennaio. "Potenti si scandalizza di quanto accaduto sotto la casa del Comune, ma si dimentica che è stato Perini a invitarmi proprio là - dice Bottai -. In più legittima il mio comportamento quando afferma che il sindaco avrebbe dovuto prendere tutti per un orecchio, come effettivamente ho fatto io con il consigliere". "E Vaccaro che dice di non essere in grado di fare neanche un gazebo senza la scorta della polizia? Ecco il post di Perini - prosegue il segretario del PC - che la smentisce: 'Grazie di essere passati in tanti, oggi non c'era neanche una zecca rossa".

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"La querela non è una denuncia, è personale: dove sono gli aggressori?"

Ne mostra altri pubblicati dal consigliere della Lega e riferiti a Bottai: dai coniglietti che mangiano la frutta, al pugile suonato fino al Roger Rabbit che scappa a gambe levate. Poi torna sui fatti del 31 dicembre. "Perini ha presentato una querela, che è diversa da una denuncia - spiega Bottai -. Per chi conosce la legge, quando concorrono più di tre persone si procede con una denuncia, non con una querela personale. Premesso che la discussione parte da lontano, ovvero da diversi scambi di opinione su Facebook in cui Perini è sempre il più bersagliato proprio per il suo atteggiamento offensivo, sono io che sono stato aggredito".

"Voleva le botte, le meritava, non le ha prese, adesso si inventa tutto"

"Basta vedere le immagini delle telecamere: mentre discutiamo lo prendo per un orecchio, il massimo che sapevo di poter fare, la gente si mette nel mezzo per dividere e lui continua a fare il furbo, a spingere e provocare, tanto che in molti gli dicono di farla finita altrimenti 'due manate le prendi davvero'. Poi arriva una macchina da dietro, qualcuno dice fosse già là, e scende un energumeno che, dopo essersi accertato chi fosse il figlio di Perini, si gira e mi dà un cazzotto. Dopo averlo neutralizzato, l'ho preso per il colletto e l'ho mandato via. In sostanza Perini voleva le botte, non le ha prese anche se le meritava e adesso si inventa tutto".

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"Il padre di Perini mi ha detto che la denuncia è una pantomima: serviva alla Lega per farsi pubblicità"

È il preambolo al colpo di scena che Bottai riserva quasi alla fine. Quando racconta di una telefonata, opportunamente registrata, con il padre di Perini che ammetterebbe la responsabilità dei vertici della Lega, e in particolar modo dell'europarlamentare Susanna Ceccardi, nell'aver montato la vicenda. "Mi ha confessato che la querela è stata una pantomima per creare un caso - dice Bottai -, fare puzzo mediatico e poi ritirarla. Dice che suo figlio è stato costretto dai vertici del partito, in particolar modo dalla Ceccardi, a formalizzare la querela e sono convinto anch'io che sia una vittima e i responsabili siano quelli della famiglia leghista che lo hanno usato per crescere sul territorio".

"Chiedo che ritirino la querela, che Perini si dimetta e che lo facciano i responsabili di questa storia"

"Adesso cosa chiedo? Come detto non voglio più parlarne - precisa Bottai -, lo farà soltanto nelle sedi opportune perché voglio parlare di politica. Io ho una storia, non sono tipo che va a denunciare o farsi refertare e rivendico di poter dire che se uno prende una manata in seguito a provocazioni e offese, se la tiene. Chiaro che, se non ritireranno la querela, mi difenderò portando le mie prove e a quel punto si parlerà di simulazione di reato, calunnia e diffamazione. Chiedo inoltre le dimissioni immediate del consigliere Perini, ma puntiamo più in alto perché sono convinto anch'io che lo stesso Perini sia vittima del mostro della Lega. A chi puntiamo? A Susanna Ceccardi".

(nella foto Lenny Bottai, segretario PC Livorno, e Salvatore Catello, segretario regionale PC)

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