Manette e piedi legati: 31enne muore durante un fermo di polizia

Da qualche anno si era trasferito a Livorno per lavorare in porto come operaio addetto a caricare e scaricare merci. Il suo cuore, però, era rimasto tra Empoli e Montelupo, dove aveva vissuto con la donna che poi sarebbe diventata sua moglie. E proprio là, a Empoli, il suo cuore si è fermato giovedì sera 17 gennaio durante un'azione di contenimento di polizia, arrivata in via Ferrucci su richiesta del gestore di un money transfer che aveva allertato gli agenti per riportare alla calma una situazione degenerata all'interno del negozio. Arafat Arfawi, 31enne di origine tunisina - ma cittadino comunitario dopo il matrimonio con una donna italiana -, è morto tecnicamente per un arresto cardiaco, anche se il pm Christine von Borries ha disposto il trasferimento della salma all'istituto di medicina legale di Firenze dove, nelle prossime ore, sarà effettuata l'autopsia per chiarire meglio le circostanze dell'accaduto. 

I FATTI – Perché le circostanze sono comunque da chiarire, anche se le telecamere di videosorveglianza daranno una grossa mano agli inquirenti per ricostruire l'episodio. Le testimonianze, riportate dall'agenzia Ansa, dicono che l'uomo avrebbe dato in escandescenza dopo il rifiuto del negoziante a trasferire una banconota da 20 euro ritenuta falsa. A quel punto Arafat, uscito dal locale, è stato intercettato dalle forze dell'ordine: in forte stato di agitazione, come sostengono fonti investigative, l'uomo sarebbe stato ricondotto dentro il locale, ammanettato e legato con una corda ai piedi per evitare che scalciasse. Dopo le urla percepite dai passanti, l'uomo avrebbe perso conoscenza e sarebbe andato in arresto cardiaco, morendo di lì a poco nonostante il tentativo di rianimarlo operato dal personale del 118 arrivato in precedenza sul posto. L'autopsia disposta dal pm servirà dunque proprio ad accertare le cause del decesso dell'uomo.