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Cronaca

Museo della Città, Unione Popolare per il salario minimo: "Anche qui lavoratori a 5-6 euro l'ora, è inaccettabile"

La protesta davanti il polo museale dei Bottini dell'Olio: "Sfruttamento legalizzato spesso supportato anche dalle amministrazioni pubbliche"

"10 euro è il minimo" e "Ci avete lasciato in mutande". Questi gli slogan con cui Unione Popolare ha aperto la sua campagna firme per una legge sul salario minimo. L'iniziativa è stata lanciata davanti al Museo della Città, dove "i lavoratori prendono 5-6 euro l'ora" e a denunciare questo "sfruttamento" sono i rappresentati dei partiti che aderiscono a Unione Popolare, Aurora Trotta, consigliera comunale di Pap, Vittorio Cateni, coordinatore territoriale di Pap, e Laura Banchetti per la segreteria di Rifondazione Comunista. Presente alla raccolta firme anche il sindacato Usb, che appoggia l'iniziativa.

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"Oggi vogliamo ribadire che l'Italia è uno dei pochi paesi europei dove i salari non sono cresciuti ma sono diminuiti nettamente, a fronte di un costo della vita che è lievitato - commenta Aurora Trotta -. Questa è una grossa discordanza, noi crediamo che sia invece molto importante intervenire su questa tema, anche in maniera locale. Nella nostra città non accetteremo nessun tipo di appalto o di gestione, oltretutto privata, che sia ribassata e che non veda la garanzia e la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici". "Qui i lavoratori percepiscono circa 5-6 euro e questo è un sistema cooperativo che in Toscana, come in Emilia Romagna, è imperato - dicono ancora da Unione popolare -. Questi sfruttamenti legalizzati sono purtroppo spesso tacitamente supportati anche dalle amministrazioni pubbliche. Riteniamo paradossale e assurdo che in un gioiello come quello del Museo della Città, che rappresentata le nostre basi, accada questo quotidianamente, sulla pelle di molti giovani e giovanissime che  nonostante svolgano 3 o 4 lavori, non riescono ad arrivare a fine mese". 

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"Oggi abbiamo lanciato la raccolta firme per il salario minimo che è stata depositata lo scorso 19 maggio in cassazione - spiega Vittorio Cateni -. Abbiamo scelto di essere davanti al Museo della Città perché, oltre che essere un luogo simbolo, lavoratori e lavoratrici vengono pagati molto al di sotto dei 10 euro orari che noi richiediamo come dignità minima. Ci sono tante forze politiche che usano in modo propagandistico la rivendicazione del salario minimo ma alla fine non hanno mai fatto niente".

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"Questa nostra richiesta non va contro la contrattazione collettiva - spiega Laura Banchetti -, lo voglio sottolineare perché molti, sopratutto i sindacati, dicono che o la contrattazione o il salario minimo. Assolutamente no, partiamo dal salario minimo per poi andare avanti con la contrattazione" 

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