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Nuovo ospedale di Livorno, il rendering del progetto | VIDEO e FOTO

Presentati questa mattina gli elaborati tecnici e la simulazione del presidio ospedaliero la cui realizzazione dovrebbe concludersi entro la fine del 2028

Quasi 90mila metri quadri incastonati nel verde, 488 posti letti di cui 344 high care e il 40% di camere singole. E ancora parcheggi e percorsi di accesso riservati e un concept che riprende quello della città, elaborato dallo studio Rossiprodi di Firenze. Il tutto, per una spesa di 240 milioni sostenuta dalla Regione Toscana. Sono questi i numeri del nuovo ospedale di Livorno il cui progetto vincitore, non ancora definitivo perché da sottoporre a osservazioni, è stato presentato questa mattina di giovedì7 settembre a Palazzo granducale alla presenza del presidente della Regione, Eugenio Giani, dell'assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini, del sindaco di Livorno, Luca Salvetti, della direttrice generale dell'Asl Toscana Nord Ovest, Maria Letizia Casani e del direttore dell'ospedale di Livorno, Luca Carneglia. Tutti pienamente soddisfatti e convinti della necessità di un nuovo ospedale all'altezza dei tempi e delle esigenze del territorio.

Nuovo ospedale di Livorno, dal concept alla diversificazione dei processi: ecco come sarà realizzato 

Il City Hospital. Il progetto punta alle relazioni con il quartiere, superando l'idea di recinto della funzione sanitaria, integrando il parco e il contesto in termini attivi, secondo la filosofia del city-hospital e recuperando alcuni frammenti della memoria storica della fabbrica Pirelli. La posizione centrale, la hospital street interna, i servizi aperti alla città, la permeabilità progressiva delle parti e il potenziamento del parco costituiscono un vero e proprio brano di città e non una tipologia chiusa e ostile. Il Parco Pertini viene rigenerato e ampliato, con interventi diretti di restauro delle aree verdi oggetto di tutela e l'aggiunta di nuove aree verdi orientate al benessere in tutte le sue sfaccettature. Per occupare meno territorio l'edificio è molto compatto, ma viene articolato e sfrangiato ai suoi limiti per attenuarne l'impatto visivo sia dal parco, che dalle circostanti residenze. Per ridurre ulteriormente l'impatto – come succede lungo la Venezia - viene differenziato il blocco dei due piani di base dallo sviluppo dei due piani successivi. 

L'ospedale ecologico. Il nuovo organismo sorge ai margini del parco e si presenta come una struttura verde, coperta da un manto verde, come se virtualmente il parco si fosse adagiato sopra di esso. Terrazze e coperture saranno attrezzate a paesaggio, anche con giardini curativi. Le ricerche dimostrano l'abbreviazione dei tempi di cura, quando il paziente percepisce spazi verdi, luce e scene di vita organica e naturale. Nelle degenze i letti guardano all'esterno o al parco, le terapie intensive sono dotate di luce naturale, gli spazi per gli studi medici e il personale sono dotati di terrazze per il relax o per proseguire le attività anche all'aria aperta: centrale è l'attenzione al benessere di personale e pazienti, secondo un principio di umanizzazione. Ma la struttura è anche molto sostenibile, per la grandissima dotazione di fotovoltaico, di energie rinnovabili, per l'attenzione alla luce naturale, la conservazione dell'acqua piovana, l'impego di materiali di riciclo nella costruzione e nelle nuove sistemazioni e per l'integrazione con sistemi di mobilità dolce e limitazioni al traffico veicolare.

L'ospedale efficiente e per le persone.  L'efficienza delle cure è garantita dalla struttura compatta e razionale, flessibile, dalle relazioni ottimizzate fra i reparti, da percorsi brevi, da tanta tecnologia e da un principio organizzativo di tempo-dipendenza e di flessibilità delle parti. Ma l'ospedale deve essere anche un luogo vivibile per i pazienti e rassicurante, perché si possano sentire presi in carico. Anche per il personale è stato progettato un ambiente accogliente con luce, verde e spazi di relax, di confronto e collaborazione con gli altri operatori: migliori condizioni di lavoro del personale si riflettono su una maggiore attenzione alla qualità delle cure per i pazienti. I principi dell'universal design hanno ispirato la totale assenza di barriere. La chiarezza dell'impianto distributivo e della aggregazione delle aree funzionali, la distinzione delle parti e dei flussi per tipologie, accrescono l'orientamento da parte di tutti i soggetti presenti nella struttura. A questo si aggiunge un sistema di wayfinding.

L'ospedale per processi. L'edificio si compone di una piastra basamentale per servizi, disposta su tre livelli, sopra la quale è collocato un corpo di degenze di forma articolata organizzato su due livelli (Piani secondo e terzo). La struttura è organizzata in quattro ambiti - l'area dell'Emergenza, l'area Chirurgica, l'area Medico Oncologica e l'area Materno infantile - con la novità di ottimizzare le sequenze delle azioni diagnostiche e terapeutiche scomponendo parzialmente le aree funzionali dei servizi (diagnostica immagini, ambulatori strumentali, blocco operatorio) in modo da creare dei “blocchi/poli” con condivisione di personale e attrezzature, così da mettere realmente al centro il paziente, portando le risorse in posizioni tale da ridurne gli spostamenti e ottimizzare la sequenza delle azioni cliniche.

Perciò il nuovo blocco si aggrega attorno a tre direzioni principali:

  1. Direzione verticale - quella dei processi - favorisce lo svolgersi del processo diagnostico-terapeutico-assistenziale, con spostamenti verticali di pazienti più brevi possibili.
  2. Direzione orizzontale N-S - quella della tempo-dipendenza - è studiata in ragione della tempo-dipendenza dell'atto diagnostico-terapeutico-assistenziale, per la quale la rapidità di inquadramento e di trattamento “fa la differenza”. A nord le aree per il momento acuto della patologia in emergenza/urgenza (sia diagnostico che interventistico) e, progredendo verso sud, si trovano le aree di degenza intensiva e sub-intensiva, ordinaria e riabilitativa.
  3. Direzione orizzontale E-O - quella delle relazioni - dispone a est tutte le aree a maggior afflusso di utenza esterna e dei visitatori e a ovest quelle riservate all'attività clinica in ricovero continuativo e al personale medico: nella parte a est si troveranno le attività di accesso, accoglienza, attesa e trasferimento delle notizie mediche all'utenza; al centro l'esecuzione dell'atto clinico; a ovest l'analisi dei dati, la refertazione, le attività di approfondimento medico scientifico, il confronto multidisciplinare.

Nuovo ospedale di Livorno, l'importanza del polo logistico

Per gli approvvigionamenti dei materiali e gli smaltimenti è stato previsto un vero e proprio Polo Logistico al piano interrato con relativo piazzale di servizio, con un sistema tridimensionale di percorsi su sede dedicata che alimenta tutti i piani dell'edificio. 

L'ospedale dell'igiene. Seguendo il lean thinking il progetto si è sviluppato tenendo conto dei processi organizzativi tipici delle diverse piattaforme produttive, puntando alla creazione di valore e alla riduzione degli sprechi e, contemporaneamente, delle problematiche inerenti la prevenzione delle infezioni, individuando così un layout con riduzione dei tragitti, separazione dei percorsi, ambienti filtro, presidi di igiene, accorgimenti per gli eventi pandemici e infettivi, flessibilità strutturale, ecc. E' prevista inoltre una netta separazione dei percorsi orizzontali e verticali dell'utenza esterna-visitatori da quelli per i pazienti ricoverati-personale sanitario e da quelli del trasporto dei materiali, oltre al flusso separato per i pazienti infettivi.

L'ospedale delle tecnologie. Gli impianti adottano le più aggiornate tecnologie e sono stati concepiti per ottenere ambienti funzionali, confortevoli e sicuri, ma anche per raggiungere elevati standard di affidabilità di esercizio, sostenibilità ambientale, flessibilità di impiego, così da consentire all' ospedale di essere un organismo resiliente. Le strutture sono concepite per integrarsi con gli elevati standard architettonici, funzionali e di efficienza energetica, mirando al tempo stesso ad un'ottimizzazione di costi e tempi di costruzione, oltre a un'elevata flessibilità per le possibili variazioni future, in termini di redistribuzione degli spazi interni e delle reti impiantistiche.

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