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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Paolo Virzì premiato con il Pegaso d'oro: "Avevo promesso a me stesso di raccontare la mia gente"

Il regista livornese ha ricevuto dal presidente Enrico Rossi il massimo riconoscimento della regione Toscana

È stato consegnato oggi, mercoledì 27 novembre, il Pegaso d'Oro al regista livornese Paolo Virzì. "È un premio bellissimo, perché viene dalla Toscana, dalla mia gente. È la risposta a quella promessa segreta che avevo fatto sul treno che mi portava a Roma: io andrò laggiù e vi racconterò. In questo modo voi mi dite grazie. E io ringrazio voi". Sono state queste le prime parole pronunciate dal regista dopo aver ricevuto il massimo riconoscimento della Regione Toscana dal presidente Enrico Rossi. Il premio, istituito dalla giunta regionale nel 1993 per segnalare al pubblico encomio cittadini italiani o di altri paesi che hanno reso un servizio alla comunità nazionale ed internazionale attraverso la loro opera in campo culturale, politico, filantropico e del rispetto dei diritti umani, consiste in una riproduzione del cavallo alato Pegaso, simbolo della Regione Toscana.

Paolo Virzì ed Enrico Rossi

La cerimonia si è svolta al teatro della Compagnia di Firenze e, durante il suo svolgimento, Paolo Virzì ha più volte sottolineato il forte attaccamento alla sua città, tante volte diventata un set per i suoi film. "È come se questo premio chiudesse il cerchio di quella sfida un po' folle che avevo fatto a 21 anni andandomene via da Livorno. Avevo il desiderio di raccontare il dolore e la sofferenza della mia gente. E nel farlo ho portato con me quegli strumenti che sento di poter condividere con la gente di Toscana: il sentimento dell'ironia, uno sguardo sulle cose che marcia a braccetto con l'irriverenza, il gusto della burla anche di fronte agli eventi più drammatici". 

Enrico Rossi: "Paolo Virzì è un grande intellettuale della Toscana che non ha mai lasciato il popolo"

Questa capacità di raccontare è stata sottolineata anche dal presidente della Regione Rossi nell'intervento che ha preceduto la consegna del premio. "Nei suoi film - ha detto - Virzì ha parlato di noi. Ha parlato delle questioni sociali, dei problemi umani, ha avuto grandi capacità di analisi dei cambiamenti delle persone. Ci ha permesso di identificarci. Nei suoi film c'è una capacità di rendere bene il dolore e la sofferenza delle persone, ma anche di come la comunità, e per comunità si intendono sia la rete familiare che i volontari e le istituzioni, sia in grado di alleviare la sofferenza e quindi di condividerla. In un momento in cui si parla della necessità di un rapporto col popolo - ha proseguito -, il suo tratto distintivo è stato quello di mantenere sempre vivo questo rapporto, di riuscire ad avere un linguaggio universale ed essere per questo amato da tante persone. Ecco il senso di fondo di questo premio: Virzì è un grande intellettuale della Toscana che non ha mai lasciato il popolo". 

La premiazione di Paolo Virzì

Paolo Virzì: "Sono stato raccomandato dai portuali di Livorno"

"In un momento così difficile dove prevalgono le paure, le chiusure e le frontiere - ha dichiarato il regista -, la conoscenza delle storie e il racconto della vita delle persone sono la possibile ricetta per salvare questo pianeta e per poterci vivere pacificamente tutti insieme". La cerimonia di consegna del Pegaso è stato il momento culminante di una giornata interamente dedicata al regista livornese, aperta dalla vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni e dall'assessore a istruzione e formazione Cristina Grieco, che hanno salutato i tanti studenti presenti ai quali è stato mostrato "Ovosodo", uno dei primi film del regista toscano, dolceamara dichiarazione d'amore alla sua Livorno.

Paolo Virzì a Firenze-2

Virzi, una volta arrivato in sala e con l'animazione dell'attrice toscana Daniela Morozzi, ha dato vita ad un intenso dialogo con gli studenti presenti, ai quali ha fatto conoscere dall'interno i suoi film raccontando inoltre diversi episodi significati della sua carriera, con una particolare attenzione ai suoi esordi toscani: "Cominciai a sedici anni frequentando una compagnia teatrale amatoriale - ha detto il regista -. Con loro feci un primo velleitario lungometraggio. Poi, durante l'università, partecipai a un bando per entrare al Centro sperimentale di cinematografia. "Non ce la farò mai, servono le raccomandazioni", dicevo ai miei amici. Quando poi andai a Roma, Giuliano Montaldo, che era nella commissione, mi mostrò una lettera, un po' sgrammaticata, a sostegno della mia domanda: l'avevano scritta i portuali di Livorno. Nonostante questa "raccomandazione" fui preso". 

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