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Cronaca

Reddito di cittadinanza, a Livorno via il sostegno a 675 persone. La Cgil: "Basta con la guerra ai poveri"

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il sindacato Usb che venerdì prossimo, 4 agosto, ha indetto un'assemblea pubblica

Con l'arrivo del mese di agosto per migliaia di famiglie si è concretizzata anche la sospensione del reddito di cittadinanza, un provvedimento che ovviamente riguarda anche Livorno e provincia e che, secondo le stime degli uffici della Cgil nazionale, riguarderebbe sul nostro territorio 675 persone. Circostanza che invece, in Italia, coinvolge 169mila nuclei familiari. Viene così meno un sostegno economico che, per molti, rappresentava un supporto non da poco per la far fronte alle spese della quotidianità. "Cancellandolo - sottolineano dal sindacato Monica Cavallini e Filippo Bellandi - il governo fa cassa sulla povertà, tagliando risorse finora destinate alle famiglie in difficoltà, senza valutare la possibile offerta occupazionale nei territori. Tutto ciò è inconcepibile: basta con la guerra ai poveri".

Per questo motivo la Cgil venerdì prossimo, 4 agosto, aderirà al presidio organizzato dalla Cgil Toscana davanti alla prefettura di Firenze per protestare contro la decisione di cancellare la misura di sostegno. "Un atto - proseguono dal sindacato - che avrà pesanti ripercussioni anche sul territorio della provincia livornese, già in ginocchio a causa di una grave crisi occupazionale che si protrae purtroppo da anni, rendendo più difficile che altrove raggiungere la ricollocazione lavorativa uscendo dalla condizione di povertà". 

Il sindacato Usb: "Il governo Meloni ha deciso di far sprofondare nel baratro della povertà circa 700mila persone"

Sul tema della revoca del reddito di cittadinanza è intervenuto anche il sindacato Usb, che per venerdì prossimo, 4 agosto, ha convocato un'assemblea pubblica. "Con la fantasiosa narrazione della 'occupabilità' - scrivono - il governo Meloni ha deciso di far sprofondare nel baratro della povertà circa 700mila persone tra disoccupati ma anche tra lavoratori e lavoratrici che con il reddito di cittadinanza potevano integrare il salario, eliminando così quel minimo strumento di tutela che per qualche anno ha consentito di fronteggiare il progressivo peggioramento delle condizioni della fascia più debole della società".

"Il governo - aggiungono - che sostituisce il rinnovo dei contratti con bonus e mancette di vario tipo, il governo che sostituisce il reddito di cittadinanza con una vergognosa social card, prosegue la sua guerra contro i poveri. Mentre i profitti delle banche raddoppiano, l’Ocse certifica che il nostro è il Paese dove si registra il più forte calo dei salari e i prezzi dei beni di prima necessità continuano a rendere sempre più complesso soddisfare i bisogni primari. È l’ortodossia liberista della quale questo governo è un perfetto interprete".  

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