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Venerdì, 19 Aprile 2024
Scuola

Scuole comunali, sciopero di nidi e materne venerdì 12 aprile

L'agitazione sindacale è indetta dalle sigle Fp-Cgil, Fpl-Uil, Nidil-Cgil e Uiltemp. La risposta della vicesindaco Sorgente: "Una scelta strumentale e politica"

Assunzioni in numero sufficiente da coprire l'organico a parametro, sia per il nido che per la scuola d'infanzia, orario non frontale di 150 ore, rinnovo dell'appalto della somministrazione con budget sufficienti a garantire le sostituzioni e formazione che tenga conto della dignità e delle richieste delle insegnanti. Sono queste le richieste alla base della sciopero previsto per domani, venerdì 12 aprile, indetto da Fp-Cgil, Fpl-Uil, Nidil-Cgil e Uiltemp che coinvolge le lavoratrici dei servizi educativi del comune di Livorno e che mette a rischio il regolare svolgimento delle lezioni. Il presidio in piazza Grande inizierà alle 9.30.

Le ragioni dello sciopero

"I servizi educativi comunali sono il mattone fondamentale della comunità - dicono dalla Cgil -: le famiglie hanno bisogno di servizi efficienti, a costi accettabili e di elevata qualità educativa in modo che i genitori possano andare a lavorare in tranquillità. Mantenere il servizio pubblico garantisce queste condizioni e lo fa con contratti equi dal punto di vista dei diritti e del salario. Esternalizzare i servizi significa impoverire il territorio: ammesso che si riesca a riprodurre una elevata qualità educativa sappiamo per certo che lo si fa a danno delle condizioni di lavoro e di salario delle educatrici e delle insegnanti delle strutture private".

Servizi a rischio

I servizi educativi comunali sono numerosi: 16 strutture funzionanti che rispondono ai bisogni di migliaia di famiglie, ma sono già da ora a rischio: in questo momento i posti vacanti nell'organico sono 21, coperti con il ricorso al lavoro somministrato che dovrebbe, invece, garantire solo le sostituzioni. "Il budget dell'appalto della somministrazione è già finito da almeno due mesi - si legge ancora nella nota -, il risultato è che non si sostituiscono le malattie, le aspettative e gli infortuni nemmeno oltre i 30 giorni di assenza: c'è solo un minuscolo 'pacchetto orario' gestito direttamente dai gruppi di lavoro delle strutture che centellinano le ore da sostituire per evitare di finire sotto il 'parametro di sicurezza', 1 insegnante ogni 25 bambini per la scuola materna e circa 1 educatrice ogni 8 bambini per il nido"

"Le scuole comunali vanno avanti sul sacrificio personale delle educatrici e insegnanti che si impegnano a garantire i servizi pur essendo sotto organico e ricorrendo spesso e volentieri allo straordinario - concludono dalla Cgil -. La politica in questi ultimi mesi è stata completamente sorda alle rivendicazioni della categoria: dal 20 febbraio il settore è in stato d'agitazione. Solo sotto la pressione di uno sciopero già dichiarato nei giorni scorsi c'è stata una convocazione, l'accordo proposto è stato rifiutato dall'assemblea delle lavoratrici perchè non garantiva assunzioni immediate e miglioramento del sistema delle sostituzioni".

La risposta della vicesindaco Sorgente

"Mi dispiace per i genitori che dovranno riorganizzare la loro giornata per tenere i bambini a casa a causa di una scelta che è anche evidentemente strumentale e politica, votata dalla maggioranza delle educatrici iscritte al sindacato. Una maggioranza che ha bocciato l’accordo firmato coi rappresentanti sindacali, nel quale avevamo accettato proprio le tre condizioni richieste dai sindacati, a beneficio delle lavoratrici” così Stella Sorgente, vicesindaca di Livorno, a commento.

"Questa amministrazione ha investito molto nel settore educativo, durante il nostro mandato abbiamo assunto 37 persone fra educatrici e insegnanti: di queste, l’anno scorso 22 insegnanti e una educatrice e quest’anno assumeremo un’altra insegnante insieme ad una figura di coordinamento sociopedagogico - precisa Sorgente -. Abbiamo compiuto scelte di campo per mantenere il servizio pubblico, evitando sempre la strada dell’esternalizzazione e non applicando il parametro minimo regionale che prevede un’insegnante ogni 8 bambini, mentre noi abbiamo continuato ad applicare un’insegnante ogni 6 bambini. Solo così avremmo risparmiato circa 300mila euro, legittimamente, ma abbiamo sempre scelto di non farlo proprio per rispettare e tutelare i diritti delle bambine, dei bambini e delle lavoratrici”” 

“Prendo atto che per queste lavoratrici sia insufficiente un accordo con un abbassamento di 35 ore del monte ore massimo non frontale -  peraltro inferiore di 85 ore al limite contrattuale - così come non sia sufficiente portare la sostituzione delle assenze con certificazione a partire da venti giorni anziché trenta, una condizione favorevole che tra l'altro si andava ad aggiungere alla quota di 40 mila euro per le sostituzioni ancora più brevi che vengono gestite direttamente dai gruppi di lavoro delle insegnanti e delle educatrici - puntualizza la vicesindaca -. Forse queste lavoratrici hanno pensato di dover andare troppo oltre la media di 1 ora e mezzo di straordinario mensile che ad oggi fanno stando ai dati della Direzione”.

"Come sempre sarò disponibile domani ad ascoltare le ragioni di queste lavoratrici, evidentemente insoddisfatte per la loro condizione che il Comune continua con molti sforzi ad assicurare loro" conclude Sorgente. 

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