rotate-mobile
Politica

Il padre di Perini replica a Bottai: "Querela opportuna, nessun caso creato ad arte"

Il babbo del consigliere comunale prova a chiarire quanto dichiarato dal segretario del PC: "Nessuna forzatura da parte della Lega o dell'onorevole Ceccardi"

Non si è fatta attendere la replica di Franco Perini, padre del consigliere Alessandro, in merito alle accuse lanciategli dal segretario provinciale del PC Lenny Bottai riguardo la lite che lo ha visto protagonista con l'esponente della Lega. "Nessuno ha istigato mio figlio a querelare - le parole del padre -. Gli elementi per sporgere denuncia c'erano tutti e aggiungo che non c'è stata nessuna forzatura da parte della Lega o dell'onorevole Ceccardi". Dichiarazioni che stridono con quanto annunciato invece dallo stesso Bottai nella mattina del 4 gennaio: "Il consigliere è un provocatore, ma è la Lega che ha montato un caso. È stato lo stesso padre ad ammetterlo nel corso di una telefonata che ho opportunamente registrato".  

Lite Perini-Bottai, il racconto dei testimoni

Il padre di Perini a Bottai: "Nessuno ha istigato mio figlio a querelare"

Franco Perini non usa molti giri di parole per descrivere la situazione dal suo punto di vista: "Voglio essere chiaro: nessuno ha istigato mio figlio a querelare - tuona Perini -. Non c’è quindi alcun caso montato ad arte. C’è invece, una telefonata dove si contesta che la denuncia di mio figlio fosse lo strumento più opportuno. Il che significa che i motivi per denunciare ci sono eccome. Ribadisco che non c'è nessun caso montato ad arte da dare in pasto ai giornali: ringrazio ancora tutti gli esponenti della Lega che hanno preso subito le difese di Alessandro". 

L'intervento del sindaco sulla lite: "Clima politico avvelenato"

"La Lega non ha fatto pressioni ad Alessandro affinché sporgesse denuncia"

Secondo quanto dichiarato da Bottai, in seguito ad una telefonata con il padre dello stesso Perini, il giovane consigliere comunale della Lega sarebbe stato obbligato dai vertici del partito di Matteo Salvini a sporgere denuncia. "Non c'è stata nessuna forzatura né da parte del partito, né da parte dell'onorevole Susanna Ceccardi - conclude il padre del consigliere -. Ero preoccupato per il clima che si stava creando ed ho solo provato a difendere mio figlio cercando di smorzare gli animi con la speranza di distogliere l'attenzione da Alessandro e scaricando la colpa sui vertici del partito. L'ho detto perché ho paura, mio figlio è minacciato constantemente e quanto accaduto nei giorni scorsi ne è un chiaro esempio. Tengo a precisare comunque che in un paese democratico, il confronto politico non può e non deve mai sfociare né nella violenza, né nelle minacce". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il padre di Perini replica a Bottai: "Querela opportuna, nessun caso creato ad arte"

LivornoToday è in caricamento