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Coronavirus | La storia di Rachele, nei reparti Covid 10 giorni dopo la laurea: "Aiutare gli altri è più forte della paura del virus"

L'infermiera livornese ha subito iniziato subito a lavorare durante la prima ondata: "Alla fine siamo capaci di sopportare molto più di quanto pensiamo, uniti si vince"

Nel giorno in cui il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri ammette lo sconforto per la campagna di vaccinazione a rilento annunciando un taglio del 20% dei sieri di Moderna, dopo i ritardi di Pfizer, la storia di Rachele Caroti rappresenta un bel messaggio di speranza. Livornese di 23 anni, residente a Bibbona, si è laureata il 18 marzo scorso, online e a distanza, in Scienze infermieristiche all'università di Pisa e dopo appena dieci giorni è scesa in campo contro il Covid, nel pieno della prima ondata della pandemia. Ha lavorato come infermiera prima nel reparto cure intermedie dell'ospedale di Cecina e adesso è in forza al pronto soccorso dell'ospedale di Pisa. 

Così come altri infermieri, sulla tuta che la protegge dall'esterno ha tatuato il suo messaggio di speranza: "Alla fine siamo capaci di sopportare molto più di quanto pensiamo, uniti si vince". Quando per la prima varcò la soglia di un ospedale, disse: "È ciò che ho sempre sognato di fare, la gioia di poter aiutare è stata più grande della paura del virus". 

La sua storia non è passata inosservata al presidente della Regione Eugenio Giani che, con un post su Facebook, ha voluto ringraziare Rachele per il coraggio dimostrato: "Grazie a tutti coloro che, come te, aiutano a rendere la Toscana più sicura". 

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