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Porto Livorno, Guerrieri: "La Darsena Europa non è a rischio"

Il presidente dell'Autorità portuale durante la terza commissione consiliare: "Rispetteremo le norme di sanità e ambiente. La cozza inquinata? A breve avremo nuove analisi"

Si è insediato da due giorni e Luciano Guerrieri, neo presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale, deve già affrontare un caso spinoso riguardante il progetto della Darsena Europa. A seguito di alcune rilevazioni infatti è stato scoperto un tasso di concentrazione di benzopirene sopra i limiti in uno dei sei cestelli di cozze posizionati in mare nell'ambito della campagna di monitoraggio per verificare se sussistano le condizioni per far uscire dai vincoli del Sin (Siti interesse nazionale) l'area dell'opera di ampliamento a mare dello scalo livornese.

Guerrieri, durante la terza commissione consiliare (economia e lavoro), ha spiegato i perché, a suo dire, il progetto non è a rischio: "Vogliamo lavorare nella massima trasparenza e tra sette settimane avremo le nuove analisi. Abbiamo buone aspettative circa la risoluzione del problema ma quand'anche fosse confermato il dato sulla concentrazione degli inquinanti, il progetto della Darsena Europa non sarebbe assolutamente a rischio". 

Darsena Europa, Guerrieri: "Rispetteremo le norme in materia di sanità e ambiente"

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"Quello della Darsena Europa - sottolinea il numero uno dell'Authority - è il progetto di punta dello sviluppo del nostro sistema. Dovremo movimentare 15 milioni di metri cubi di sedimenti. Sarà nostra cura portare avanti la progettualità nei tempi stabiliti e nel rispetto delle norme in materia di sanità e ambiente". 

Per Guerrieri il dato della cozza inquinata non è da sottovalutare ma ha anche precisato che in diciannove anni di rilevamenti le campagne di monitoraggio non hanno mai dato riscontri negativi: "I valori registrati sono sempre stati al di sotto della soglia di pericolosità. Ora è capitato che solo due valori siano risultati al di poco superiori ai limiti della soglia. Dobbiamo pensare, quindi, all'ipotesi di un caso di inquinamento esterno temporaneo: le cozze rimangono in mare per quattro settimane, potrebbe essere accaduto di tutto. Per questo abbiamo deciso di affidare al laboratorio Arpat e all'università di Ancona il compito di ripetere le analisi: ricaleremo in mare un quantitativo di cozze superiore a quello previsto e aspetteremo il conforto dei nuovi risultati".

"Una volta terminata la nuova fase di controllo - conclude Guerrieri - avremo un quadro conoscitivo aggiornato che consentirà al ministero della Transizione Ecologica di esprimersi in modo definitivo sull'ambito della deperimetrazione. Se i dati dovessero dare esito negativo, non è comunque a rischio la realizzabilità del progetto. Ci confronteremo con le istituzioni, e procederemo nel rispetto delle norme di dragaggio previste per i Sin". 

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