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Giorgio Caproni, il 7 gennaio 1912 nasceva a Livorno il poeta dell'anima

Il ricordo del letterato livornese, vissuto tra Genova e Roma, che oggi avrebbe compiuto 107 anni

"Sono targato Livorno 1912" diceva di sè Giorgio Caproni, poeta, letterato e traduttore nato il 7 gennaio del 1912 in corso Amedeo in un appartamento in pieno centro città. Livornese atipico, vissuto per gran parte del tempo tra Genova e Roma dove morì nel 1990, Caproni riallacciò il legame con la città natale nel 1949, anno in cui tornò per visitare la tomba dei nonni. E in cui scoppiò l'amore. "Scendo a Livorno e subito ne ho impressione rallegrante. Da quel momento amo la mia città, di cui non mi dicevo più", città che sempre sarà legata alla figura della madre Anna Picchi, per tutti Annina. Un legame, quello tra madre e figlio, raccontato con dolcezza struggente in "Ultima Preghiera", poesia che ha ispirato, nel 2012, il cortometraggio "Il cappotto di lana" di Luca Dal Canto, distribuito anche in Francia e Inghilterra e proiettato all'Odyssée di Strasburgo. Nel film breve, che è stato inoltre uno dei corti italiani più premiati nel 2013 (57 selezioni e 16 premi), l'armonia dei versi caproniani esplode in una vera e propria dichiarazione d'amore per i luoghi della sua città natale.

Livornese era infatti la sua anima e a Livorno sono dedicati i versi più appassionati della sua produzione nella raccolta "Il seme del piangere", forse l'opera poetica più bella del Novecento. La sua poesia, che fonde lingua colta e linguaggio popolare, è specchio stesso dell'anima labronica, città popolare ed elegante al tempo stesso, dicotomica come la raffinata poesia caproniana.

"Tutti riceviamo un dono. Poi, non ricordiamo più né da chi, né che sia. Soltanto ne conserviamo - pungente e senza condono - la spina della nostalgia." Una nostalgia insita nella livornesità stessa di cui Giorgio Caproni è il più elegante cantore.

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