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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il sindacato di polizia: "I fermati irregolari sul territorio evitano l'espulsione rifiutandosi di fare il test per il Covid"

L'allarme: "Poi se ne perdono le tracce. I servizi non possono chiudersi in maniera così blanda"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LivornoToday

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato da parte del Fsp polizia di stato in merito e un fenomeno diffuso durante il fermo di cittadini stranieri

"C'è una pratica ormai diffusa fra gli stranieri irregolari presenti sul nostro territorio per evitare l'espulsione a seguito di accompagnamento nei relativi Centri, ed è semplice quanto incredibile: gli basta rifiutare di effettuare il tampone per il covid 19 e se ne tornano a circolare indisturbati, rimanendo solo destinatari di un provvedimento di lasciare l'Italia che, ovviamente, non adempiranno". È la Segreteria Provinciale FSP Polizia di Livorno a dare l'allarme: "Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 - racconta il Segretario Regionale Vicario della Toscana, Emanuele Palmarini - la questura di Livorno ha organizzato con le altre forze di polizia, per un totale di una ventina di operatori, un servizio di controllo del territorio a contrasto della micro criminalità cittadina. Sono stati effettuati diversi controlli in locali della movida e sulla pubblica via, con il risultato che sono stati accompagnati presso gli uffici della Questura quattro cittadini stranieri irregolari sul territorio italiano, tre dei quali già destinatari di un ordine di espulsione del Questore da loro ignorato".

"Dopo diverse  ore - continua il comunicato -, non è stato possibile procedere nelle pratiche per l'espulsione, perché si sono rifiutati di sottoporsi al tampone per il Covid. Nonostante non si viva più in un clima di emergenza, e non sia più obbligatorio indossare mascherine sanitarie, i centri per l'espulsione (ad eccezione di quello di Milano) pretendono un tampone negativo, altrimenti non accettano gli "ospiti", e ormai gli irregolari conoscono questo cavillo ed evitano così puntualmente di essere accompagnati negli appositi Centri. Gli operatori a quel punto possono solo notificargli il provvedimento di espulsione ma, non appena si allontanano fisicamente, diventano dei veri e propri fantasmi e se ne perdono le tracce".

"È inevitabile a questo punto chiedersi - conclude Palmarini - se sia accettabile che servizi appositamente organizzati, e l'impegno per ore di forze destinate al territorio possano concludersi in maniera così blanda, come in questo caso con l'identificazione di stranieri irregolari che poi, però, tornano a fare esattamente quello che facevano prima e come lo facevano prima. È certamente il caso di mettere mano adesso a procedure e previsioni non più adatte allo scopo del servizio, che gli operatori svolgono in maniera puntuale e professionale, aspettandosi che serva concretamente a qualcosa".

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