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Editoria | Gedi vende Il Tirreno, giornalisti in sciopero. Il cdr: "Potenziali acquirenti senza esperienza nei quotidiani"

Trattative avanzate anche per altri tre quotidiani locali del gruppo guidato dalla Exor degli Agnelli-Elkann. La preoccupazioni delle redazioni: "A rischio la sopravvivenza del giornale e i posti di lavoro. Offensivo che la cessione stia avvenendo in segreto"

La notizia era nell'aria da tempo e oggi, venerdì 2 ottobre, se ne è avuta la conferma: il gruppo editoriale Gedi, di proprietà della famiglia Agnelli-Elkann, ha avviato una trattiva ormai in fase avanzata per la vendita di quattro quotidiani locali tra cui Il Tirreno di Livorno (la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara le altre testate interessate). Una cessione che preoccupa non poco giornalisti, poligrafici e dipendenti dello storico quotidiano livornese (e regionale) che, insieme alle altre testate locali del gruppo, hanno proclamato uno sciopero per oggi e domani 3 ottobre, affidando al Comitato di Redazione un pacchetto illimitato di scioperi.

Oltre a ritenere incredibile e offensiva una trattativa che sta avvenendo in segreto, il cdr evidenzia l'inesperienza dei possibili acquirenti che difficilmente sarebbero in grado di gestire una macchina così complessa. Con la conseguenza che a rischio sarebbero la sopravvivenza stessa del giornale e i posti di lavoro.

Ai colleghi de Il Tirreno, che sabato 3 e domenica 4 non sarà in edicola, e ai lavoratori tutti del gruppo Gedi, dei quali riportiamo integralmente i comunicati sindacali, giunga la solidarietà della redazione di LivornoToday.  

Il comunicato sindacale del Tirreno

L'assemblea dei redattori del Tirreno, riunita in data 2 ottobre 2020 nel salone di viale Alfieri per confrontarsi sulle notizie di cessione della testata insieme ai tre quotidiani dell'Emilia di proprietà del Gruppo Gedi, ha affidato al Comitato di Redazione un pacchetto illimitato di giorni di sciopero.

I giornalisti del Tirreno ritengono incredibile e offensivo il fatto che la trattativa per la cessione di un giornale storico, da sempre leader sul proprio territorio, riferimento per le proprie comunità, stia avvenendo nella più totale segretezza, senza coinvolgere le rappresentanze sindacali, i colleghi, i vertici del giornale e le istituzioni locali.

Poligrafici Gedi, 30 esuberi a Il Tirreno di Livorno: lavoratori in sciopero

Il Tirreno ha compiuto i 143 anni di vita e da 42 anni è parte importante del Gruppo Espresso poi confluito in Gedi, testata centrale della federazione dei giornali locali creata dal principe Carlo Caracciolo, mai tanto rimpianto, insieme a Mario Lenzi e all'ingegner Carlo De Benedetti.
I bilanci di questa testata per oltre tre decenni hanno contribuito in maniera determinante all'equilibrio economico-finanziario di tutto il Gruppo Espresso, testate nazionali in primis.

Questa storia prosegue oggi con la leadership digitale all'interno del gruppo Gnn, con risultati in edicola migliori del mercato e con progetti innovativi di rafforzamento della presenza sui territori e incremento dei ricavi, presi a modello per l'esportazione nel resto del gruppo.

Tutto questo evidentemente non è bastato per ottenere la considerazione e il rispetto da parte dell'alto management di Gedi che a quanto pare dal primo giorno dell'acquisizione del Gruppo Espresso ha avviato consultazioni per la cessione di questo ed altri giornali.

Scopriamo in questi giorni della trattativa in essere e nonostante le ripetute richieste ai vertici aziendali ancora non abbiamo ricevuto conferma, notizie o convocazioni.

E' evidente la volontà di disfarsi di un patrimonio editoriale, svendendone la storia, le professionalità, la credibilità e il radicamento nel rapporto con i lettori online e in edicola.

Cedere il giornale ad una neonata società costituita ad hoc, formata da un gruppo di imprenditori senza alcuna esperienza nel settore dei quotidiani, ognuno dei quali con dimensioni societarie, che a giudizio dell'assemblea difficilmente possono far fronte alla gestione di una macchina complessa, che oggi è in grado di viaggiare soltanto perché inserita in un grande gruppo editoriale, sfruttandone e arricchendone le sinergie, sia giornalistiche che di processi industriali, mette a rischio la sopravvivenza del Tirreno, dei posti di lavoro, di quello che esso rappresenta sul territorio.

I giornalisti si chiedono come questa nuova società possa garantire una prospettiva di gestione a lungo termine e la libertà che ha sempre contraddistinto il nostro modo di fare giornalismo indipendente.

Allo stesso tempo si chiedono con quale leggerezza il management di Gedi abbia deciso di vendere il Tirreno e gli altri giornali a imprenditori che non hanno esperienze nel settore editoriale.

Invitiamo i potenziali acquirenti a valutare attentamente, senza tralasciare alcun dettaglio, la peculiarità dell'impresa editoriale, i bilanci, le tendenze di mercato, gli aspetti industriali, l'operazione di riduzione dei costi in atto da anni, e non ultimo le potenziali vertenze esterne e interne che potrebbero materializzarsi.

In queste ore rappresentanti delle istituzioni, di forze politiche e sindacali sono intervenuti a sostegno della nostra lotta.

L'assemblea chiede un incontro urgentissimo ai vertici di Gedi per avere notizie ufficiali e avviare il necessario confronto prima di procedere nella trattativa. Per questo oggi e domani i giornalisti hanno proclamato due giorni di sciopero.

Il comunicato sindacale del gruppo Gedi

La notizia della trattativa di vendite di quattro giornali del gruppo Gedi (il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara) giunge dopo un periodo di disinteresse totale dei vertici del gruppo rispetto alle dinamiche delle singole redazioni dei 13 giornali Gnn ex Finegil.

La volontà di dismettere alcune, o tutte le testate ex Finegil, era evidente da tempo, nonostante le rassicurazioni date nell'unico incontro avuto quest'anno con l'amministratore delegato e il direttore editoriale di Gnn.

L'operazione in corso è particolarmente grave, nelle dinamiche e negli effetti, perché porterà alla distruzione dell'esperienza che da più di 40 anni rappresenta Finegil: un'informazione locale libera e indipendente legata a un grande gruppo editoriale (Editoriale L'Espresso, poi Gedi). Questo ha garantito giornali di qualità in decine di province italiane.

È evidente che l'intenzione, se confermata, di vendita a editori che mai hanno fatto questo mestiere, distrugge questo modello e indebolisce l'intero sistema informativo italiano.

La politica, dal Parlamento ai singoli Consigli comunali interessati, dovrebbero interrogarsi su cosa sta creando la legge che impone un tetto del 20% dei quotidiani nelle mani di un singolo editore.

Se le notizie dovessero trovare conferma, avremo in pochi mesi un gruppo Gedi che svende quotidiani regionali (il Tirreno) e provinciali (Nuova Ferrara, Gazzetta di Reggio e Gazzetta di Modena) per poter comprare un altro quotidiano nazionale come il Sole 24 ore.

Chiediamo quindi ad un gruppo imprenditoriale leader in Italia, con i piedi ben piantati da sempre nel mondo dell'informazione, se l'operazione ideata e avviata solo pochi mesi dopo avere assunto la guida del principale gruppo editoriale italiano rappresenta solo un'operazione contabile o se è stata valutata la sua sostenibilità futura, anche a breve termine, sia per le persone coinvolte dalla cessione che per le testate che svolgono un servizio importante nelle loro comunità.

Aspetti che non dovrebbero essere indifferenti ad un imprenditore "responsabile", con la sua lunga storia e il ruolo indiscusso che esercita nel mercato e che vuol continuare ad esercitare.

A questo punto la richiesta che facciamo all'editore, oltre a quella di convocare immediatamente i Cdr coinvolti nella trattativa di vendita rispondendo alla loro richiesta già avanzata martedì e finora disattesa, è quella di venderci tutti, ma venderci in blocco.

In questo modo potremo salvaguardare conoscenze, esperienze e, più in generale, un modello di informazione glocal che ha avuto successo e che in quasi tutte le realtà rende ancora economicamente, a differenza della stampa nazionale che appare in una crisi disastrosa.

Per questi motivi le assemblee del coordinamento hanno indetto lo sciopero nella giornata odierna con sospensione per 24 ore anche degli aggiornamenti web (fino alle ore 11.30 del 3 ottobre), affidando contestualmente pacchetti con giornate di astensione del lavoro ai Cdr.

I nostri giornali non saranno quindi in edicola sabato 3 ottobre.

Ci scusiamo con i lettori ma è un atto doveroso anche nei confronti di chi ci compra tutti i giorni.

Le assemblee dei quotidiani:
Il Tirreno
Gazzetta di Modena
Gazzetta di Reggio
Il Mattino di Padova
Corriere delle Alpi
Il Piccolo
La Nuova Ferrara
La Nuova Venezia
La Provincia Pavese
La Sentinella del Canavese
La Tribuna di Treviso
Il Messaggero Veneto

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