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Aamps, precari in presidio: "Ci hanno promesso un futuro stabile, ma ad oggi ci sono solo incertezze"

Decine di lavoratori si sono riuniti in piazza del Municipio per chiedere garanzie e chiarimenti anche alla luce della prossima chiusura del termovalorizzatore

Paura, incertezze e tanti dubbi sul futuro. I lavoratori precari di Aamps sono scesi in piazza nella mattina di ieri, lunedì 11 luglio, per portare all'attenzione del consiglio comunale di Livorno - riunito proprio in quel momento - timori e perplessità riguardanti il loro lavoro, ovvero quella stabilizzazione che ad oggi sembra allontanarsi di almeno un anno rispetto ai tempi pronosticati nei mesi scorsi. E così in piazza del Municipio si sono ritrovati a decine, con tanto di striscioni, a presidiare e a far sentire la loro voce all'amministrazione.

 "Abbiamo dato sempre il massimo anche durante il periodo del Covid, rischiando la nostra salute - spiega Giovanni Diana, portavoce dei precari -. Vorremmo che l'azienda ci fosse riconoscente per quello che abbiamo fatto". L'altro aspetto che Diana porta all'attenzione è la chiusura del termovalorizzatore. "Ci sarà il problema di dover sistemare le persone che vi lavorano - ha aggiunto -. Non vogliamo che questo vada a nostro discapito, non mi sembra giusto trovarsi dopo quattro anni di precariato a dover lottare per aver il nostro posto di lavoro che, ripeto, ci spetta di diritto".

"Noi siamo qua a rappresentare 30 precari che lavorano in Aamps da diverso tempo - spiega un altro lavoratore -. Chiediamo alla giunta comunale di votare una mozione presentata dai gruppi di opposizione che va a tutela di noi lavoratori. Lo scorso anno abbiamo partecipato a una selezione pubblica duramente voluta dalle sigle sindacali per darci un futuro stabile in azienda, ma questo ad oggi viene prorogato di un ulteriore anno. E la paura, vista la situazione, è tanta".

Come detto un'altra questione che preoccupa non poco gli operatori è quella riguardante la situazione del termovalorizzatore. "Siamo contrari alla sua chiusura perché è una parte produttiva importante dell'azienda - raccontano -. Ci sono persone qualificate che ci lavorano e ad oggi sappiamo che purtroppo il 30 novembre 2023 chiuderanno i battenti e allo stesso tempo non ci sono impianti pronti ad accoglierci. Chiediamo di sapere quale sarà il nostro futuro e di avere delle garanzie sul piano occupazionale"

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