Emilia Romagna, i volontari della Croce Rossa di Livorno in soccorso della popolazione alluvionata: "Situazione indescrivibile"
L'impegno del gruppo Opsa specializzato nelle operazioni di salvataggio in acqua: "Colpisce l'umanità delle persone, tutti pronti a ringraziare e a dare una mano"
Case distrutte, strade sommerse dall'acqua, persone isolate da portare in salvo. È uno scenario epocale quello che si sono trovati davanti i volontari della Croce Rossa di Livorno arrivati in Emilia Romagna per aiutare la popolazione tragicamente colpita dalla devastante alluvione che ha portato morte e distruzione. A raccontare la drammatica situazione è Cinzia De Gioia del Gruppo Opsa (Operatore Polivalente di Salvataggio in Acqua), impegnata insieme a Michele Scateni e Francesco Ceccarini nelle operazioni di salvataggio e assistenza: "Siamo stati attivati dal raggruppamento nazionale di Croce Rossa - spiega - e come Gruppo Opsa con specializzazione alluvionale ci hanno inviato a Forlì, dove siamo arrivati venerdì scorso. Poi ci hanno subito dirottati a Conselice (Ravenna) e qui abbiamo trovato una situazione indescrivibile: case distrutte, strade inesistenti perchè sommerse dall'acqua e persone in difficoltà che non avevano la possibilità di chiedere aiuto perchè le linee telefoniche, sia fisse che per i telefoni cellulari, non funzionano". "Il comune di Conselice è una delle zone più colpite dall'alluvione, l'acqua che ha raggiunto anche i 2,5 metri - continua -. Siamo subito entrati subito in azione, abbiamo scaricato il gommone e ci è stata subito affidata una missione di ricerca e aiuto alle persone rimaste isolate".
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"Persone sui tetti delle case: sventolavano lenzuola o vestiti per farsi individuare"
"L'elicottero dei vigili del fuoco - prosegue De Gioia - dall'alto ci segnalava le zone dove andare e noi pagaiando raggiungevamo l'obiettivo. Molte volte le persone si trovavano sui tetti e sventolavano lenzuola o vestiti per farsi individuare. Le strade non esistono e non sono praticabili: soltanto grazie al gommone siamo riusciti a raggiungere molte persone e a portarle in salvo. Persone isolate, senz'acqua né luce, senza medicine e in alcuni casi anche con figli piccoli o disabili in carrozzina. Una l'abbiamo raggiunta pagaiando per chilometri in mezzo ai campi, con la corrente del fiume che ci ha reso tutto più difficile. Abbiamo salvato anche diversi animali che erano in difficoltà".
La solidarietà e l'impegno dei cittadini
Enorme la collaborazione dei cittadini, pronti a dare una mano e ad aiutarsi a vicenda in qualunque maniera si ritenga utile. "I cittadini si sono subito rimboccati le maniche - conclude De Gioia - e si sono resi disponibili ad aiutarsi a vicenda: quando un fiume stava per rompere l'argine siamo tutti corsi a portare i sacchi per metterlo in sicurezza, cittadini e volontari fianco a fianco, come spesso accade in queste situazioni. Salvare le persone, che erano isolate da giorni è stato emozionante, loro continuano a ringraziarti per quello che hai fatto, ma per noi è una cosa 'normale', siamo li per questo, per portare il nostro aiuto a chi ha bisogno". "In alcuni casi abbiamo avuto anche delle difficoltà perchè le persone, sopratutto gli stranieri, non volevano lasciare l'abitazione, per paura di perdere quel poco che gli era rimasto - conclude -. Abbiamo dialogato molto e abbiamo fatto capire loro che la situazione era critica e che rischiavano la vita. La sera e la notte la situazione era ancora più difficile a causa del buio, con le torce sopra i caschi e i fischietti ci facevamo riconoscere dalle persone. Hanno perso tutto, la casa, il lavoro, i campi sono allagati e il raccolto è andato distrutto, ma la loro dignità non la perderanno mai. È emozionante, hanno sempre una parola di ringraziamento e un caffè pronto, un'umanità unica".