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Cronaca

Armando Picchi, il ricordo di Protti e Lucarelli: "Simbolo di livornesità e di un calcio che non c'è più"

I due bomber sull'ex difensore della Grande Inter a cinquant'anni dalla scomparsa: "Campione in campo e fuori, lealtà e senso di appartenenza i suoi principi cardine"

Un leader, un capitano vero e un campione, anche, e soprattutto, fuori dal campo. Questo era Armando Picchi, difensore della Nazionale e della Grande Inter degli anni '60, ricordato dal Comune di Livorno con due giornate di eventi a cinquant'anni dalla prematura scomparsa, avvenuta il 26 maggio 1971 a neanche 36 anni. Un ritratto disegnato da chi lo ha conosciuto come compagno di squadra, come Egidio Morbello, ala sinistra che con Picchi ha condiviso anche l'avventura con la maglia della Spal oltre a quella nerazzurra, e da chi, per motivi anagrafici, ha avuto soltanto modo di sentirne raccontare le gesta, come Igor Protti e Cristiano Lucarelli, attaccanti di quel Livorno che, nei primi anni 2000, ha scritto le pagine più belle della storia recente amaranto. “Armando è il simbolo di un calcio che oggi non c'è più, basato sulla lealtà e sul senso di appartenenza”, hanno dichiarato all'unisono i due ex bomber. 

"Sono davvero felice di essere qui in ricordo di un personaggio memorabile", ha invece detto Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus presente venerdì 28 maggio alla gabbionata dei fiume in ricordo a Picchi.

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Protti: "Armando simbolo di lealtà e senso di appartenenza"

"Ero molto piccolo quando Picchi giocava - ha ricordato Protti -, ne sentii parlare per la prima volta da mio padre. In famiglia eravamo milanisti, ma lui sapeva comunque a memoria la formazione di quell'Inter. Quando sono arrivato a Livorno nell'85', poi, tutto mi ha subito parlato di lui: era una persona speciale, che faceva della lealtà sportiva, della correttezza e del senso di appartenenza i suoi principi cardine. Io, nel mio piccolo, ho cercato di portare avanti quello spirito. Mi auguro - ha aggiunto - che questi due giorni possano rappresentare l'inizio di un calcio diverso, nel quale si possano ritrovare quei valori oggi perduti".

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Lucarelli: "In Armando la vera livornesità"

"Ho giocato per quattro anni nell'Armando Picchi - ha ricordato Lucarelli -, per me è stato un onore indossare la maglia di una squadra intitolata ad un personaggio del genere. Armando, come pochi altri, è stato campione sia dentro che fuori dal campo. Quando andai al Torino c'era come ds Sandro Mazzola: gli brillavano gli occhi ogni volta che parlava di Picchi e non c'era un giorno in cui non mi raccontava qualche aneddoto su di lui. Uno, in particolare, mi è rimasto impresso. Mi raccontò che una volta, a Bucarest, ci fu un'invasione di campo dei tifosi: tutti i giocatori scapparono subito negli spogliatoi, mentre Armando rimase davanti alla porta, si tolse le scarpe e iniziò a colpire chiunque cercava di avvicinarsi. In quel gesto - ha concluso - c'è tutta la livornesità di Armando".

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Morbello: "Non solo un compagno di squadra, per me è stato un fratello"

"Armando, per me, è stato un fratello -. ha ricordato Morbello - Con lui ho trascorso quattro anni insieme, prima alla Spal e poi all'Inter. Quando lo raggiunsi ai nerazzurri lo invitai a vivere da me: gli dissi che così almeno non avrebbe preso più multe, visto che arrivava sempre in ritardo agli allenamenti. Herrera, ogni volta, gli faceva pagare 100 lire. Abbiamo vissuto per due anni nella stessa casa, condividendo ogni momento della giornata".

"Quando è venuto a mancare Armando - ha detto Enio Bonaldi, attaccante del Livorno negli anni '90 - io avevo sette anni: ricordò che la città si fermo. Dalla finestra di casa mia, nel giorno del funerale, si vedeva un fiume di gente nel giorno. Aver giocato una gabbionata in sua memoria mi fa venire i brividi".

Leo Picchi: "Affetto commovente, mio padre amava Livorno e i livornesi"

"Vedere ancora così tanto affetto nei confronti di mio padre malgrado siano passati cinquant'anni dalla sua scomparsa è commovente - ha affermato visibilmente emozionato Leo Picchi, figlio di Armando -. Per ricordarlo è stata organizzata un'iniziativa bellissima ed elegante: sono sicuro che a mio padre sarebbe piaciuta, soprattutto la gabbionata".

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