Coronavirus, in Toscana ecco l'autotampone nasale per la diagnosi del Covid-19: cos'è e come funziona
Il kit è stato presentato al Meyer di Firenze dal governatore Giani: verrà somministrato come screening periodico ai 1.500 operatori dell'ospedale
All'ospedale Meyer di Firenze è stato presentato "Uffa", il tampone autosomministrato per la diagnosi di Covid-19, messo a punto nel laboratorio di Immunologia. Con questo nuovo strumento, i dottori hanno puntato a un duplice obiettivo: limitare il tampone al solo naso, a tutto vantaggio del comfort dei pazienti e fare in modo che potesse essere autosomministrato, senza l'impiego di personale sanitario. Lo studio, approvato con parere del Comitato etico pediatrico regionale del primo ottobre, è stato avviato il 6 ottobre e si è appena conclusa la prima fase: dal 16 novembre è stato somministrato come screening periodico ai 1.500 operatori Meyer.
Coronavirus Toscana, come funziona l'autotampone nasale
L'idea è nata con l'intento iniziale di trovare un sistema efficiente, rapido e attendibile per testare gli operatori sanitari del Meyer e quindi, a cascata, proteggere i piccoli pazienti che loro assistono. Il kit “Uffa!” è semplicissimo da usare e completamente indolore: basta inserire il bastoncino con la punta di cotone prima in una narice e poi nell'altra, poi chiuderlo in una provetta che verrà successivamente analizzata. Molti studi hanno dimostrato che se una persona è positiva, il virus è presente nel suo naso. La garanzia di essere riusciti a farlo bene? Nella macchina che analizza i tamponi è presente un controllo interno, che è in grado di dimostrare se la metodica è stata ben eseguita.
"Una valida alternativa al tampone rinofaringeo"
La responsabile del laboratorio di Immunologia del Meyer, Chiara Azzari, spiega quali saranno i prossimi step: "Riteniamo opportuno continuare lo studio includendo anche i bambini positivi ricoverati nel reparto Covid dell'ospedale: saranno anche i genitori a fare loro il tampone per i controlli periodici durante il loro ricovero. I dati preliminari sono molto buoni e possiamo ragionevolmente aspettarci che non ci sarà nessuna differenza tra l’adeguatezza dei tamponi eseguiti dai genitori e quelli effettuati dagli operatori. Avere un tampone solo nasale e somministrato da babbo o mamma anziché da un operatore sarà altrettanto valido ma sicuramente molto meno invasivo per i bambini".
"Se le analisi finali - conclude la dottoressa - confermeranno questi primi risultati, considereremo raggiunti i nostri obiettivi: il tampone nasale autosomministrato potrà essere considerato una valida alternativa al tampone rinofaringeo somministrato dall’operatore, sia negli operatori sia nei bambini".