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Cronaca

Adescò su internet una bambina di 11 anni e le inviò foto a sfondo sessuale: 47enne in carcere

L'uomo tentò anche di incontrare la giovanissima e la seguì fino alla palestra da lei frequentata. Decisiva la denuncia della madre

Adescamento di minori e minaccia. Queste le accuse nei confronti di un 47enne livornese che nel pomeriggio del 15 maggio è stato condotto in carcere dalla polizia dove dovrà scontare due anni e 4 mesi di reclusione. In base a quanto ricostruito, l'uomo nel marzo del 2019 adescò sui social network una bambina di 11 anni, con la quale iniziò a intrattenere lunghe conversazioni, anche con l'invio di foto a sfondo sessuale. Una di queste era stata trovata dalla madre della minore durante un controllo sul telefono della figlia, che immediatamente le aveva raccontato dei numerosi e ripetuti contatti e richieste del 47enne. 

Quest'ultimo infatti era riuscito a conquistare la fiducia della giovanissima dichiarando di essere un amico del padre. Le chat, protrattesi per circa due mesi, si erano fatte sempre più esplicite e sempre più rivolte ad aspetti riguardanti la sfera sessuale. L'uomo aveva cercato di incontrare l'11enne per strada, cercando di darle un appuntamento e chiedendole con insistenza di andare in un posto appartato, evento non verificatosi per cause indipendenti. Successivamente alla presentazione della denuncia da parte della madre della bambina, l'uomo si era recato, travisato, nella palestra della scuola frequentata dalla minore, osservandola da lontano e facendo in modo che la piccola lo notasse e lo riconoscesse mentre, con le compagne di classe, entrava negli spogliatoi della struttura.

Per quanto accaduto l'uomo, già arrestato all'epoca dei fatti e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per oltre un anno, era stato condannato in primo grado e in appello a due anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano contatto con i minori. La sentenza è diventata definitiva alcuni giorni fa così gli investigatori della squadra mobile, su disposizione della procura,  hanno rintracciato il 47enne e lo hanno condotto alle Sughere per l'espiazione della pena residua.

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