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Domenica, 24 Settembre 2023
Cronaca

Porto, maxi sequestro di borse sportive: fabbricate in Cina, sono risultate "pericolose per la salute"

L'operazione dei funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: confiscati 2.800 pezzi in fibre sintetiche con inserti e accessori in plastica, rilevata la presenza di flatati oltre i limiti del regolamento europeo

Appena hanno aperto il container, hanno subito avvertito un forte odore di sostanze chimiche tale da dover procedere con estrema cautela e attendere un'opportuna areazione. Dentro il carico di orgine e provenienza dalla Cina, circa 2.800 borse sportive, in fibre sintetiche con inserti e accessori in plastica, alla fine ritenute pericolose per la salute pubblica e dunque sequestrate. A fare la scoperta, nei giorni scorsi, sono stati i funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in servizio al reparto controlli sdoganamento che, grazie alle apparecchiature in dotazione, hanno individuato le parti in PVC, collocate sia sull’impugnatura che sulla spallina della tracolla, risultate in seguito alle analisi del laboratorio chimico ADM di Napoli contaminate dalla presenza di ftalati oltre i limiti previsti dal regolamento europeo, con una concentrazione venti volte superiore al consentito per le impugnature (2,35%) e quasi sessanta volte per le spalline della tracolla (5,81%).

"Gli ftalati - spiegano dall'Agenzia delle dogane - sono delle sostanze chimiche, esteri dell’acido ftalico, utilizzati per rendere i materiali plastici più resistenti e al contempo pieghevoli. Non a caso gli stessi rientrano tra i materiali inquinanti per l’ambiente e pericolosi per la salute umana: diversi studi hanno evidenziato i gravi rischi derivanti dall’esposizione agli ftalati, risultati collegati allo sviluppo di alcune patologie, come asma, diabete, problemi e disturbi di fertilità, e soprattutto rischi per il sistema endocrino dell’essere umano".

Sulla scorta degli accertamenti i funzionari ADM hanno proceduto al sequestro dell’intera partita di borse e alla denuncia alla Procura della Repubblica di Livorno del titolare della ditta importatrice, resosi responsabile, a norma di legge, della dichiarazione di importazione equiparata alla immissione sul mercato di prodotti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica e l’ambiente.

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