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Cronaca Scali delle Macine

Rischia di annegare nei fossi dopo la caduta dalla spalletta, salvato da due carabinieri del Tuscania

Resta in prognosi riservata il 39enne precipitato in acqua dagli scali delle Macine. I primi a soccorrerlo sono stati due militari fuori servizio del reggimento paracadutisti

Sono stati due carabinieri del reggimento paracadutisti "Tuscania", entrambi fuori servizio, a salvare la vita al 39enne precipitato sabato 25 settembre nei fossi dopo una caduta dalla spalletta degli Scali delle Macine. A precisarlo è il comando provinciale di viale Fabbricotti che rende merito alla prontezza e allo spirito di iniziativa del brigadiere capo qualifica speciale, Pietro Bray, e dell'appuntato scelto qualifica speciale, Simone Urbinati.

"Intorno alle 18.45 - ricostruisce l'episodio una nota del comando -, il brigadiere capo Bray, che abita in zona, veniva avvertito dalla moglie di aver sentito un uomo cadere in acqua. Subito si precipitava lungo l'argine del fosso per individuare e cercare di recuperare il malcapitato, chiedendo una mano ai passanti. A raccogliere il grido di aiuto interveniva però solo il suo commilitone, l'appuntato scelto Urbinati, anche lui abitante in quella zona".

"I due militari - prosegue il racconto - salivano su un'imbarcazione e, trovata una cima alla cui estremità era assicurato un galleggiante, formando una catena umana, lanciavano la corda. Al secondo tentativo, i due carabinieri  riuscivano con tutta la loro forza ad agganciare al piede del 39enne il galleggiante e a riportarlo, ormai violaceo e privo di sensi, sulla poppa del natante. Saggiamente l'uomo veniva posto su un fianco, manovra, questa, che ha consentito di salvargli la vita. L'acqua è infatti iniziata a fuoriuscire ed il 39enne ha aperto gli occhi. Proprio in quel momento, è giunto il personale sanitario che ha proseguito l'attività di soccorso". L'uomo, al momento, si trova ancora ricoverato all'ospedale di Livorno in prognosi riservata.

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