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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca La Padula / Via delle Macchie, 9

Carcere Livorno, detenuto nel regime di alta sicurezza aggredisce agenti a pugni e testate

La denuncia del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria: "Serve un'ispezione urgente. E non è possibile che la struttura non abbia un direttore con sede fissa"

Due aggressioni nel giro di dieci giorni sono più di un campanello di allarme. Quello che, questa volta, agita il sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), che attraverso il segretario regionale Francesco Oliviero denuncia i rischi quotidiani ai quali sono sottoposti gli agenti del carcere "Le Sughere" di Livorno. Partendo, appunto, dalla violenta aggressione subita ieri, lunedì 11 luglio, da alcuni operatori in servizio, presi a calci, pugni e testate da un detenuto nel del reparto padiglione blu, ovvero quello di Alta sicurezza. "Quel che è successo ieri a Livorno - attacca Oliviero - conferma che la situazione delle carceri toscane sta tornando a livelli allarmanti senza vedere gli auspicati provvedimenti correttivi, anche in relazione al fatto che mancano i direttori, i comandanti di reparto ed i sottufficiali pressoché in quasi tutte le sedi"

"Un detenuto campano appartenente al circuito Alta sicurezza - spiega Oliviero - pretendeva (!) che gli venisse consegnato il pc o di andare in isolamento. I due poliziotti, intervenuti per calmarlo e rassicurarlo, sono stati invece proditoriamente aggrediti con calci, pugni e testate in pieno volto, tanto che si è reso necessario portarli al pronto soccorso". "Ma la cosa grave - continua - è che quella di ieri è la seconda aggressione in pochi giorni nel reparto di Alta sicurezza, dove venerdì scorso 1 luglio un altro detenuto ha colpito prima un agente con una testata e poi si è scagliato contro un ispettore di polizia penitenziaria. Anche questa aggressione, l'ennesima, si aggiunge alle tante altre denunciate dal Sappe".

Quindi l'attacco al ministero della Giustizia e ai vertici dell'amministrazione penitenziaria che "devono mandare con urgenza una ispezione a Livorno, che faccia luce sulle tante e troppe cose che non vanno. Come, ad esempio, la mancanza di adeguati provvedimenti disciplinari ai detenuti che aggrediscono gli agenti. Ma soprattutto non è possibile che il carcere di Livorno non abbia un direttore titolare, fisso in sede! Il Sappe non tollererà più atteggiamenti di menefreghismo da parte dei vertici dell'amministrazione penitenziaria toscana ed anzi auspica un'attenzione particolare nella programmazione del servizio tesa a rinforzare i reparti detentivi delle unità previste per espletare in sicurezza il servizio stesso".

Solidarietà ai poliziotti feriti viene espressa anche da Donato Capece, segretario generale del Sappe: "Le carceri sono in mano ai delinquenti e l'amministrazione penitenziaria ha affidato e le politiche penitenziari ai garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture. È una vergogna, fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle istituzioni, dalla politica e soprattutto da ministero della Giustizia e Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria". Da qui la richiesta  finale di "dare vita a un tavolo di confronto per affrontare gli eventuali interventi da adottare, in primis, le tutele da garantire al personale in servizio".

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