Caro bollette, Cna: "Politica lontana dalle imprese, si rischia di condannare alla chiusura migliaia di attività sane"
Il presidente di Cna Livorno-Collesalvetti interviene a seguito del grido d'allarme lanciato da molte realtà del nostro territorio alle prese con i pesantissimi costi dell'energia
"La Cna molto ha fatto e sta facendo a livello centrale per presentare le istanze delle aziende al governo, ha inoltrato proposte e avanzato ipotesi per misure idonee a gestire la fase emergenziale di questa crisi energetica". Così il presidente di Cna Livorno-Collesalvetti Stefano Trumpy, a seguito della situazione sempre più difficile che stanno vivendo le attività commerciali con il rincaro pesantissimo del costo dell'energia. Fatture da far rabbrividire, con il futuro delle realtà del territorio messo a serio rischio da questa crisi che guardando al futuro prossimo sembra non dare cenni di resa. "Ancora una volta - ha aggiunto - è evidente quanto la politica e la gestione amministrativa del Paese siano lontane dalle vere esigenze delle imprese. I tempi non tornano mai. Fare cose anche giuste in tempi sbagliati significa condannare alla chiusura migliaia di imprese sane di questo paese".
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Per il numero uno della Cna livornese infatti "liberare le imprese da lacci burocratici e vincoli normativi, consentire loro di operare con maggior competitività su un mercato che è sempre più globale e complesso sta alla base di ogni futura ipotetica via di uscita". "Il paese del no a prescindere - ha proseguito Trumpy - è arrivato al capolinea, o si cambia marcia e comprendiamo che il progresso si deve prima programmare e poi governare, ma non si può fermare, o saremo sempre in maggiore difficoltà. Il sistema dei servizi e degli approvvigionamenti è un tema centrale per le imprese e quindi per il paese, ne abbiamo un esempio in casa: il termovalorizzatore, di cui si indica la chiusura senza che ne siano chiare le alternative nel breve medio e lungo periodo".
Trumpy (Cna): "Non sempre è possibile ribaltare sul cliente diretto il maggior costo di produzione"
Secondo il presidente di Cna infatti "l'aumento del costo dell'energia elettrica ha inserito una nuova pesantissima variabile nella gestione delle aziende, per il gas addirittura si prevedono possibili razionamenti, costringendo interi comparti produttivi a fermare le attività". Inoltre "non sempre è possibile ribaltare sul cliente diretto il maggior costo di produzione, in quanto in un mercato globale la concorrenza di paesi europei , quali ad esempio Spagna e Francia che hanno costi di energetici più bassi, si fa sentire e spesso si perde di vendere".
Un altro aspetto per Trumpy è rappresentato dal credito di imposta, che "non è strumento adeguato a contenere gli effetti di questo disastro, uno strumento che prevede comunque l'esposizione finanziaria dell'impresa che solo dopo aver pagato per intero esose bollette può chiedere ristoro di una parte minima del maggior costo sostenuto". E aggiunge: "L'importo Iva sui prezzi di fornitura viene incassata dallo stato interamente, se questo per esempio si sarebbe potuti intervenire per alleggerire alla fonte le bollette. Inoltre - ha concluso - è stata fatta una differenziazione tra le aziende energivore e non sulla base dei consumi. Una grande azienda che consuma più di un megawatt l'anno ma ha una bassa incidenza di consumo per unità di prodotto ottiene un sconto maggiore di una media o piccole azienda che ha consumi importanti per unità di prodotto, pur consumando 'soltanto' 850.000 kwh l'anno".