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Cronaca Castiglioncello

Rifiuti e fisco, ditta non dichiara oltre 7mila sversamenti di liquami nelle fogne ed evade un milione di euro

I responsabili hanno patteggiato una pena di un anno e la non menzione della condanna nel certificato del casellario per gli imputati

Furono ben 7mila gli svuotamenti di fognature, pozzi neri e fosse settiche di abitazioni residenziali e impianti industriali cui seguirono altrettanti incredibili sversamenti in un tombino della rete fognaria pubblica a Castiglioncello. Gravi condotte scoperte un anno e mezzo fa dalla Guardia di Finanza di Livorno a cui si aggiunge ora il recupero a tassazione dei redditi occultati al fisco, 1 milione di euro, con 230mila euro di Iva evasa constatata. È quanto ricostruito, in particolare, dalle fiamme gialle di Castiglioncello, a conclusione della nota indagine "Stop stinks", coordinata dalla medesima Dda, in materia di traffico illecito di rifiuti.

"Stop stinks", cosa emerse dalle indagini

Le investigazioni evidenziarono che la ditta, attiva anche nel corso del primo lockdown per la pandemia, eludeva la normale procedura di smaltimento dei liquami, considerati rifiuti speciali non pericolosi, sversandoli direttamente nella rete fognaria pubblica anziché conferendoli presso idonee strutture. Ometteva, inoltre, sia la redazione dei formulari previsti per la movimentazione e la gestione di questa tipologia di rifiuti, sia la predisposizione della documentazione contabile comprovante le attività di svuotamento e pulizia delle fosse settiche e dei pozzi neri nei villini e negli impianti industriali di Rosignano e Castiglioncello, nella provincia a sud di Livorno.

Cos'è l'evasione da consenso

Tutto ciò era reso possibile grazie al tacito consenso di parte della clientela, che – attratta dal prezzo applicato (circa 150 euro per ogni autospurgo che non veniva fatturato) al termine dell'intervento manutentivo dava il proprio assenso a non ricevere il documento fiscale, concretizzando così i termini di una deplorevole e perniciosa "evasione da consenso". La Finanza ha quindi ricostruito gli oltre 7mila interventi di svuotamento e pulizia di fosse settiche e pozzi neri non fatturati nell'arco di cinque anni, da cui è derivata una base imponibile sottratta a tassazione ai fini dell'Ires di oltre un milione di euro nonché un'Iva evasa di oltre 230mila euro. 

Il patteggiamento

L'inchiesta “Stop stinks” ora è stata definita su richiesta degli imputati in sede di processo innanzi al Gup con il patteggiamento della pena: 1 anno e 2 mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna nel certificato del casellario per gli imputati, con pena pecuniaria di oltre 36euro per la società. L'attività è stata quindi approfondita dai finanzieri anche dal punto di vista fiscale, con una verifica per il recupero dell'evasione realizzata dalla ditta. 

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