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Cronaca

Nuovo Dpcm | Chiusi i teatri, la rabbia dei gestori: "Decisione ingiusta che penalizza un settore già in difficoltà"

Il coro degli operatori è unanime: "Le disposizioni si abbattono sul settore dello spettacolo come una mannaia, la cultura è un bene essenziale"

Si chiude il sipario, luci spente e teatri off limits. Da oggi, lunedì 26 ottobre, al prossimo 24 novembre si fermano il mondo del cinema e dello spettacolo dal vivo. La decisione è stata presa dal premier Giuseppe Conte con l'ultimo Dpcm e rappresenta un duro colpo per un settore già molto provato dal primo lockdown che, a fatica, stava provando a ripartire destreggiandosi tra norme stringenti e rigidi protocolli. Oltre allo sgomento per una decisione che, da più parti, viene percepita come una punizione ingiusta inflitta a una categoria che aveva dimostrato di saper rispettare le regole, c'è anche la paura che questo nuovo provvedimento metta la cultura e lo spettacolo tra le attività non essenziali.

"La cultura, il teatro, la formazione sono importanti elementi di crescita dell'individuo - le parole di Eleonora Zacchi, direttrice del Centro Artistico Il Grattacielo -, strumenti necessari anche per affrontare questo momento. Il teatro non può essere assimilato a una sala di gioco". C'è sgomento tra gli operatori culturali ma anche un senso di impotenza e rabbia. "Questa volta il comparto non può essere abbandonato - fa eco Francesco Cortoni, del Nuovo Teatro delle Commedie -, dietro lo spettacolo ci sono famiglie intere che vanno tutelate e sostenute con misure concrete". Nei prossimi giorni è in programma un incontro tra l'assessore alla cultura Simone Lenzi e gli operatori, nuovamente uniti per cercare una soluzione comune a un dramma che mette tutti sullo stesso palco. 

La protesta della maschere del Goldoni: "Chiusura ingiusta"

Chiusura teatri, Emanuele Gamba (Goldoni): "Stiamo pensando a registrazioni a porte chiuse da mandare online"

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"Avrei voluto parlare della nuova stagione che, faticosamente, stavamo mettendo in piedi e che avremmo dovuto presentare a giorni - esordisce il direttore artistico del Goldoni Emanuele Gamba -, purtroppo siamo di fronte a un nuovo stop che ci costringe a ripensare un'altra volta il modo di vivere il teatro. Ripartiamo da quella proposta che fece il ministro Franceschini ai tempi del primo lockdown, di creare cioè una Netflix della cultura, che già in quel momento aveva portato non poche polemiche e scontento. In queste ore con il direttore amministrativo Mario Menicagli stiamo pensando di realizzare delle registrazioni a porte chiuse di concerti lirici da mandare online per permettere comunque al pubblico di fruire dello spettacolo, anche se in maniera completamente diversa e solitaria, e a chi lavora all'interno del teatro di rimettersi all'opera".

Una decisione che, però, non entusiasma lo stesso Gamba: "Non mi piace l'idea di inscatolare lo spettacolo dal vivo che ha tutt'altra peculiarità e mi lascia sgomento questa deriva digitale a cui dobbiamo piegarci. Ho però la forte sensazione che, quando questo incubo sarà finito e potremo nuovamente stare gomito a gomito, la bellezza dello stare insieme di fronte agli attori sul palco, dal vivo, ci permetterà di recuperare questa distanza". 

Francesco Cortoni (NTC): "È un duro colpo da assorbire, ma ripartiremo come sempre"

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"Abbiamo concluso con successo il Little Bit Festival con lo spettacolo Macbettu al Goldoni giusto la sera prima dell'entrata in vigore del nuovo Dpcm. Sono state settimane molto difficili e questa chiusura è il colpo di grazia. Ringraziamo il pubblico che, nonostante le notizie poco rassicuranti che circolavano già da tempo, ha risposto in maniera eccellente dimostrando voglia di reagire e partecipare allo spettacolo". Spettacolo che, adesso, inevitabilmente si fermerà per almeno un mese. "Spero che un mese basti - prosegue Cortoni - ma sono piuttosto pessimista e non credo che a fine novembre ci facciano ripartire. Seguiamo con attenzione gli sviluppi e siamo in rete con altri operatori e con le associazioni di categoria che stanno facendo fronte comune sulle richieste economiche. Questa volta il comparto non può essere abbandonato, dietro lo spettacolo ci sono famiglie intere che vanno tutelate e sostenute con misure concrete".

Prevale, quindi, lo sconcerto in questo momento, sentimento che non permette neanche di portare avanti progetti. "Per il momento abbiamo sospeso i corsi e stiamo cercando di capire se nel Dpcm, piuttosto contraddittorio, c'è un margine per portare avanti almeno la didattica coi bambini. Al resto non abbiamo ancora pensato, manca l'entusiasmo per affrontare un processo creativo, dobbiamo assorbire il colpo. Ripartiremo, in qualche modo, perché non siamo capaci di stare fermi".  

Ilaria Di Luca (Teatro della Brigata): "Navighiamo a vista, non ci sono le basi per lavorare a distanza"

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"Non avremmo comunque messo in piedi una stagione quest'anno, il nostro è un teatro molto piccolo e non ci sarebbe stato il modo per accogliere un numero adeguato di persone in sicurezza - racconta Ilaria Di Luca, direttrice con Andrea Gambuzza del Teatro della Brigata -. In questi giorni erano ripartiti i nostri corsi di recitazione che abbiamo immediatamente sospeso. Il momento è duro, navighiamo a vista ma stiamo ragionando sulla possibilità di trasformare alcuni progetti e renderli fruibili in modalità online per tenere viva la relazione tra le persone. Più complesso sarà farlo con chi si avvicina quest'anno alla recitazione, non ci sono le basi per lavorare a distanza. Nei prossimi giorni parleremo anche con gli altri operatori locali per vedere se c'è il modo di gettare le basi per una progettualità futura".  

Marco Conte, (Vertigo): "Difficile anche fare didattica online"

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Al Vertigo erano in programma nuovi corsi di recitazione ma non una stagione di spettacoli: "È un duro colpo - racconta Marco Conte -, quest'anno avevamo registrato un record di iscrizioni, segno inequivocabile che le persone hanno voglia di tornare alla normalità. Anche gli ultimi spettacoli che abbiamo messo in scena, i saggi dei corsi interrotti la scorsa primavera, hanno portato in sala un pubblico numeroso e educato, attento alle norme di sicurezza e desideroso di tornare a vivere il teatro. Oggi tutto questo si interrompe di nuovo e quello che possiamo fare è guardare in faccia la realtà. I sostegni serviranno giusto a pagare l'affitto ma non ci daranno respiro. Adesso vediamo cosa riusciamo a salvare, probabilmente convertiremo in modalità online parte della didattica e proveremo a tenere insieme i corsi in cui gli allievi sono già affiatati. Più difficile sarà farlo con chi comincia adesso perché non c'è una conoscenza di base, non si sono ancora creati i legami necessari per sostenere la didattica online". 

Elisa Canessa (Wintergarten): "Il teatro è sempre stato un luogo sicuro, questo è un colpo basso"

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"Il nostro laboratorio permanente aveva già ricominciato le attività - spiega Elisa Canessa - ed eravamo riusciti a non perdere i nostri allievi, è un peccato che ora si debba fermare tutto di nuovo. Questa nuova chiusura è un colpo basso verso il settore che aveva agito meglio e con maggiore tempestività. Il teatro è un luogo sicuro, così passa il messaggio che sia un'attività superflua e che se ne possa fare a meno. A pagare le conseguenze peggiori saranno gli artisti e le piccole realtà che non godono di sostegno economico da parte dello Stato. Noi per il momento abbiamo sospeso l'attività di laboratorio e non la riprenderemo in modalità online. Fossimo stati a uno stadio più avanzato forse si poteva anche pensare, ma all'inizio non è proprio possibile, il nostro è un teatro in cui il corpo è un elemento portante".  

Eleonora Zacchi (Grattacielo): "Sempre rispettato le regole, potevamo restare aperti"

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"È un momento difficile, capisco tutti i problemi e la necessità di tutelare la salute, ma queste decisioni ricadono su un settore che aveva dimostrato di essere virtuoso e saper stare alle regole. Dati alla mano in teatro sono stati rispettati protocolli e normative per rimettere in moto una macchina molto complessa". A breve arebbe stata presentata la nuova stagione di Teatri d'Autunno, rassegna di punta del Grattacielo. "Era tutto pronto ed è tutto rimandato - racconta la direttrice Eleonora Zacchi -. Congeliamo il programma e speriamo di riprenderlo al più presto, ma è necessario che le prossime misure siano chiare, quando si ripartirà bisognerà farlo con delle certezze non come adesso. Non sono sicura che un mese basti a far calare i contagi e questa intermittenza, nel nostro settore come in altri, è deleteria".

Per il momento anche al Grattacielo i corsi di recitazione sono sospesi: "Andranno ripensati, forse continueremo a lavorare online più che altro per dare un minimo di continuità agli allievi. Nel Dpcm dovrebbe esserci una distinzione tra attività di spettacolo e attività formativa, necessaria per la crescita e lo sviluppo dell'individuo. Le lezioni di teatro si tengono in grandi spazi e con un numero ristretto di allievi, ci sono tutte le condizioni per farlo in totale sicurezza".

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