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Cronaca

Coronavirus, l'isolamento è una prigione per le donne vittime di violenza domestica: "Continuate a denunciare"

Il centro antiviolenza Ippogrifo ha attivato il numero per le emergenze 3201875171 in funzione 24 su 24. Maria Giovanna Papucci:"Anche in questo momento non siete sole, chiamate e vi aiuteremo"

Da settimane ormai viviamo praticamente reclusi in casa. Ma questo isolamento, necessario per contrastare l'emergenza Coronavirus, per qualcuno può rappresentare una vera e propria prigione. Sono le tante donne quotidianamente vittime di violenza domestica che, in queste ore, sono condannate ad una convivenza forzata con i loro oppressori e per le quali le quattro mura domestiche possono diventare un luogo pericoloso. E cosa si può fare quando non si ha la libertà di uscire di casa e scappare da un compagno aguzzino?

Centro Antiviolenza Ippogrifo: "Abbiamo attivato un numero per le emergenze che resta in funzione 24 ore su 24"

Dall'inizio dell'emergenza Covid-19 le chiamate al 1522, numero gratuito antiviolenza e stalking, risultano in calo e questo già da solo è un dato allarmante. Sembra infatti che sia la paura a dettare legge e le donne vittime di violenza, già normalmente spaventate, abbiano ancora più difficoltà a chiedere aiuto. "Da pochi giorni abbiamo attivato un servizio di emergenza attivo 24 ore su 24 - dichiara Maria Giovanna Papucci, a capo del Centro Antiviolenza Ippogrifo - che risponde al numero 320.1875171. Garantiamo in ogni momento aiuto e sostegno alle vittime di violenza e diciamo a gran voce alle donne di chiamare subito e denunciare gli uomini maltrattanti". Anche in questo momento di isolamento forzato, infatti, è possibile fuggire dalla violenza. "In caso di urgenza, verrà attivata immediatamente la Rete Antiviolenza formata dal Centro Ippogrifo, carabinieri, polizia di Stato e Asl Toscana Nord Ovest. Garantiamo che le donne verranno aiutate immediatamente anche in questo momento, non sono sole".

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Nardi (Non una di meno): "Le case possono diventare una prigione"

Un'emergenza sanitaria, quindi, che aggiunge gravità a tutte quelle situazioni critiche in cui è limitata la libertà di movimento. "Le casa può diventare una prigione e chi subisce violenza vede limitata o azzerata la possibilità di allontanarsene - sostiene Nadia Nardi, del collettivo Non una di meno -. Come collettivo di Livorno svolgiamo un lavoro formativo e di presenza politica, mentre per il sostegno a situazioni di violenza collaboriamo con il centro antiviolenza "Randy" che ha esperienza pluriennale, competenze e possibilità di appoggio in case rifugio protette".

"La limitazione di movimento porta, molto probabilmente, chi è in una condizione di disagio a rimandare distacchi e prese di posizione di rottura - continua Nardi -. La violenza contro le donne è parte della  violenza sistemica che attraversa tutti gli ambiti delle nostre vite. Lo sfruttamento economico, il lavoro nero, sottopagato, la predazione continua delle risorse ambientali, hanno la stessa radice della violenza di chi nega il diritto ad autodeterminare le proprie scelte, dalla fine di una relazione, al diritto all'aborto, ad una sanità che sia per tutti"

Regione Toscana, il Codice Rosa funziona a pieno ritmo anche in tempi di Coronavirus. Vittime potranno essere ospitate negli alberghi

C'è anche un altro servizio che è assicurato anche durante questo periodo di emergenza sanitaria: è il Codice Rosa, un servizio presente in tutti i pronto soccorso della Toscana dedicato alle persone (nella stragrande maggioranza donne) vittime di violenza. La rete regionale di Codice Rosa è attiva e opera in pieno regime attuando, alla luce delle nuove esigenze legate al Covid-19, ogni possibile accorgimento per continuare a garantire le adeguate misure di tutela, sicurezza e privacy in ogni singolo caso di accesso in pronto soccorso di donne vittime di violenza. E anziché nelle case rifugio, le donne potranno essere ospitate negli alberghi che la Regione mette a disposizione sia per il personale sanitario che per i pazienti Covid-19 che devono stare in isolamento.

"Le donne che arrivano al pronto soccorso entrano nel circuito del Codice Rosa ospedaliero e vengono quindi sottoposte a tampone. Se però è necessario un isolamento, le donne non possono essere ospitate nelle Case rifugio, insieme alle altre - dice l'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi- . Per questo mettiamo a disposizione la rete di alberghi e residence già individuati, per ospitare sia medici e infermieri, che i pazienti Covid-19". Il messaggio è proprio quello di massima attenzione alle donne vittime di violenza anche in questo momento in luoghi sottoposti a grande pressione come i pronto soccorso, dove sempre e comunque continua ad essere attivo il percorso di Codice Rosa.

Violenza domestica, i numeri utili da chiamare in caso di bisogno

  • 1522, numero gratuito anti violenza e stalking
  • 0586.257229 Centro di supporto alle vittime di reato per la provincia di Livorno
  • 320.1875171 Centro antiviolenza Ippogrifo di Livorno  reperibile h24
  • 0586.890053 il Centro donna di Livorno mantiene attivo il servizio di ascolto telefonico per orientamento psicologico e legale ogni giovedì dalle 12 alle 14
  • 112 per denuncia degli abusi domestici è inoltre utile scaricare anche la app del 112

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