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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus Livorno, le misure di prevenzione nei negozi di Livorno: guanti, mascherine e segnaletica a terra

Dall'accesso contingentato ai diversi metodi per far rispettare le distanze. Ecco le misure che hanno adottato i commercianti livornesi

Guanti, mascherine, gel igienizzante, cartelli fuori dai negozi. Perfino una sorta di segnaletica a terra per indicare le distanze di sicurezza da mantenere. E, sicuramente, tanta voglia di andare avanti nonostante tutte le difficoltà del momento. È così, prima ancora delle ultime restrizioni annunciate dal premier Giuseppe Conte nella tarda serata di mercoledì 11 marzo, che i commercianti di Livorno affrontano l'emergenza coronavirus, cercando di rimanere aperti in tempo di Covid-19.

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Panifici, bar (che da oggi 12 marzo saranno chiusi, ndr), alimentari, tabaccherie: tutti hanno adottato delle misure di sicurezza previste dalla legge, a partire dalla distanza di un metro tra una cliente e l'altro, al non far entrare troppe persone assieme nel locale. Mentre altri, in attesa di tempi migliori, hanno preferito prendere un periodo di ferie e chiudere l'attività.

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Busti: "Due persone all'interno e distanza minima da rispettare"

"Abbiamo messo i cartelli come da direttiva - commenta Fabio Busti, titolare della tabaccheria Busti in via Salvestri ad Ardenza -. Noi usiamo i guanti e abbiamo messo il sapone per i clienti per lavarsi le mani, tutto questo per andare avanti e vedere di continuare a lavorare in questo momento difficile".

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La Terza (Marrakesh): "Igienizziamo tutto ogni ora"

"Abbiamo sempre usato prodotti igienizzanti - commenta Valerio La Terza, titolare della baracchina Marrakesh alla Rotonda d'Ardenza, qualche ora prima di sapere che da oggi dovrà chiudere il bar -, ogni ora puliamo i tavoli e le sedie, mentre ogni mezz'ora andiamo a pulire il bagno. Usiamo i guanti e facciamo rispettare la distanza di un metro tra il cliente e noi che siamo al banco e non facciamo entrare più di due persone alla volta. I tavoli li abbiamo messi ad una distanza di un metro e mezzo l'uno dall'altro". 

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Mastrosimone (Terra del sole): "Ordinazioni per telefono per evitare troppe persone all'interno"

"Noi usiamo guanti e mascherina - commenta Katy Mastrosimone, titolare della Terra del Sole, in via della Venezia - e ogni ora puliamo la vetrina. Ho svuotato tutti i frigo dove erano presenti le bevande e le altre cose che i clienti potevano prendere da soli e li ho messi in un frigo sotto al bancone in modo che sono io a servirli e loro non devono aprire e chiudere il frigo e toccare la maniglia. Abbiamo fatti i segni in terra per far stazionare i clienti e in più diamo la possibilità di telefonarci e ordinare la spesa in modo che i clienti non si fermano in negozio".

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Fancellu: (Bar La Venezia): "Solo servizio ai tavoli che poi puliamo subito"

Anche Giovanni Fancellu, titolare del Bar La Venezia in viale Caprera, si era attrezzato prima che la presidenza del consiglio decidesse la chiusura dei bar di tutta Italia. "Abbiamo tracciato una linea per mantenere la distanza minima consentita - commenta -, abbiamo tolto dei tavoli per poter rispettare le misure richieste e messo l'igienizzante sia in bagno che in sala, a disposizione dei clienti. E poi non facciamo più servizio al bancone ma solo ai tavoli, che puliamo ogni volta che un cliente si alza. Tanta fatica per vedere di andare avanti in questo momento difficile".

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Pan Pepato: "Al mattino facciamo servizio a domicilio, la sera cerchiamo di aiutare chi ha più bisogno"

"Abbiamo sempre cercato di aiutare chi ha più bisogno - dicono da dietro il bancone di PanPepato, il panificio di via dei Funaioli a San Jacopo -, e figuriamoci se non lo faremo in questo momento. Ci siamo attrezzati con guanti e mascherine, facciamo entrare uno alla volta e al mattino offriamo il servizio di consegna a domicilio. E e se la sera avanza qualcosa, lo portiamo a chi ha veramente bisogno di essere aiutato. Non è un momento facile, facciamo quello che si può"    

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