Coronavirus Toscana, tamponi rapidi anche a casa: la Regione autorizza i medici di famiglia
I dottori potranno effettuare i test di screening in studio, a domicilio e nei drive through. Giani: "Fondamentale in questo momento fare squadra"
Siglato ieri, giovedì 5 novembre, l'accordo che permetterà ai medici di famiglia di effettuare tamponi antigenici - i cosiddetti test rapidi - in studio, a domicilio e, su base volontaria, nei drive trough o in contesti di microfocolai. L'accordo è stato firmato dall'assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini, e da Alessio Nastruzzi, segretario generale della Federazione italiana dei Medici di medicina generale (Fimmg), alla presenza del presidente della Toscana, Eugenio Giani: "Si tratta di un atto importante - le parole del governatore - che costituisce l'espressione più alta e nobile del fare squadra in un momento così complesso come quello attuale. Il ruolo dei medici di famiglia sul territorio è fondamentale. Loro sono parte integrante del nostro sistema socio-sanitario e insieme a loro potremo riuscire a garantire quell'assistenza che non congestioni i nostri ospedali".
Toscana, test antigenici a domicilio: i dettagli
Ecco, nel dettaglio, cosa prevede il pre accordo siglato con i medici:
- Le Asl, attraverso specifici accordi aziendali, attueranno il modello assistenziale h16, finalizzato al coinvolgimento della continuità assistenziale in supporto all'attività per l'emergenza Covid 19;
- Il servizio opererà attraverso Centrali di continuità assistenziale in orario notturno (dalle 20 alle 8);
- Le ore di attività notturne dei medici non impegnati nell'attività della Centrale saranno così riutilizzate in orario diurno per la gestione dell'emergenza pandemica;
- Il servizio della guardia medica rimarrà inalterato, in tutte le sedi a oggi attive, fino alle ore 24 (compresi il sabato e la domenica);
- Nei fine settimana, sabato e domenica, la Centrale potrà richiedere tamponi per soddisfare le richieste di tracciamento, garantendo così la continuità del servizio.
I medici di famiglia dovranno:
- operare in una struttura, anche mobile, allestita dalla Asl in modalità drive through, sottoponendo al tampone sia gli assistiti a cui è richiesto un test antigenico a termine dei 10 giorni di isolamento per un contatto stretto, sia i pazienti sospetti di aver avuto un contatto stretto;
- effettuare, in caso di necessità, screening con tamponi rapidi. Potranno essere garantiti dai medici di famiglia anche nell'ambito delle loro Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) o di Zona distretto/SdS, secondo modalità organizzative concordate con la propria Asl di riferimento.
Bezzini: "Rinforzare l'assistenza territoriale permette di liberare risorse e lavorare meglio"
L'assessore è soddisfatto per l'accordo raggiunto: "Sorveglianza sanitaria, tracciamento dei contatti e potenziamento dell'assistenza ai pazienti con sintomatologia sospetta da Covid 19 sono gli ambiti di concertazione su cui si è svolto un serrato e collaborativo confronto tra le parti. L'accordo mette in atto una delle indicazioni dell'ordinanza del 24 ottobre scorso sul potenziamento della tracciabilità tramite l'implementazione dei tamponi rapidi anche con il coinvolgimento dei medici di famiglia, che potranno fare lo screening non solo nei loro studi o a domicilio, ma anche in strutture ambulatoriali organizzate".
Alessio Nastruzzi: "Noi medici di famiglia siamo in grado di garantire competenze importanti"
"Il pre-accordo appena firmato ci consente di rafforzare il sistema sanitario regionale e di contribuire in maniera ancora più incisiva nella lotta al Coronavirus – aggiunge il segretario regionale della Fimmg -. Siamo una squadra e dobbiamo cercare di lavorare in maniera organizzata. In questo particolare momento è più che mai decisivo aiutarci l'un l'altro. Noi medici di famiglia abbiamo un rapporto privilegiato con i nostri assistiti, con cui siamo in costante contatto. Fare il tampone a chi ne ha bisogno deve essere inteso come un'estensione della nostra capacità diagnostica. Possiamo fare davvero molto, lavorando sui contatti stretti dei positivi e contribuendo così a ricostruire la filiera dei contagi".