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Cronaca

Coronavirus Toscana, test sierologici su 400mila persone: priorità ai lavoratori più a rischio

Gli esami saranno effettuati in 61 laboratori privati della regione. Il presidente Enrico Rossi: "Uno screening del genere non si era mai visto in Italia"

Nell'Asl Toscana nord ovest è in corso, da alcuni giorni, una campagna di screening con l'uso di test sierologici rivolta, principalmente, al personale sanitario in prima linea nella lotta al Coronavirus. In totale sono arrivati 24mila kit che l'azienda sanitaria ha già iniziato a usare suoi propri operatori. Chi risulta positivo verrà poi sottoposto a un tampone per eventuale conferma dell'infezione o di guarigione (negativizzazione del virus). Di questi stessi test, come ha dichiarato il presidente della Regione Enrico Rossi nel pomeriggio del 14 aprile, ne saranno effettuati 400mila anche ai cittadini della Toscana dando priorità ai lavoratori più a rischio. Gli esami, che erano già stati annunciati dal governatore a metà marzo, saranno effettuati in 61 laboratori privati sparsi su tutto il territorio. 

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Screening di massa in Toscana, Rossi: "Ecco a chi sarà data la priorità"

"Un primo blocco di test sierologici - spiega il presidente - è in corso di effettuazione da parte del Sistema sanitario regionale (Ssr). Una volta avuti i risultati sarà possibile fare una prima valutazione epidemiologica del passaggio del virus tra le categorie di cittadini più esposte a rischio. Un secondo blocco di cittadini e lavoratori che verrà sottoposto a test sierologico riguarda i lavoratori impiegati nei servizi essenziali. Sarà data priorità ai lavoratori maggiormente esposti al contatto con altre persone, come quelli della piccola e grande distribuzione alimentare, delle aziende che si occupano della raccolta dei rifiuti, dei dipendenti pubblici che hanno contatto con l'utenza, degli operatori degli uffici postali, bancari, operatori di servizi a domicilio, rider, personale che si occupa di consegne a domicilio, giornalisti, edicolanti, operatori del trasporto pubblico, delle pompe funebri, i tassisti, chi lavora nella logistica in genere, il personale dei consolati e quello portuale. A questi si aggiunge la polizia comunale e provinciale". 

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"La più grande operazione di screening mai organizzata in Italia"

In totale, sommando i test che la Regione consegnerà ai laboratori privati, i quali ne dovranno effettuare circa 10mila al giorno, e quelli già effettuati dal Ssr si arriverà a coprire circa 400mila lavoratori: "Siamo di fronte alla più grande iniziativa di screening di massa mai realizzata in Italia - sottolinea Rossi -. Come si è dimostrato nel caso delle Rsa, questa indagine permetterà di identificare eventuali casi positivi su cui intervenire con tempestività e con provvedimenti di prevenzione, contenimento e osservanza sanitaria.  Nel corso della definizione del contratto, alle rappresentanze dei laboratori è stato chiesto di organizzare il servizio rivolto alle categorie sopra identificate in modo da coprire tutta la regione. È importante sottolineare che tutti i dati dello studio epidemiologico verranno raccolti dalla Regione stessa e caricati su una applicazione per studiare la diffusione del virus suddiviso per categorie di lavoratori". 

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"Serve una maggiore conoscenza del Coronavirus e della sua diffusione"

"La nostra politica - continua l'analisi del governatore - è quella di sviluppare l'uso dei cosiddetti tamponi. E in Toscana, ne abbiamo fatti oltre 80mila. Siamo dell'idea che una maggiore conoscenza del virus, della sua contagiosità e delle sue caratteristiche può derivare proprio dalla complementarietà tra i tamponi e i test sierologici. Questa complementarietà ci permetterà di tracciare una mappa conoscitiva della diffusione del virus sui casi individuali e di comunità, a partire dalle tipologie di lavoratori testati, al fine di da adottare le migliori strategie di contenimento, di prevenzione e di cura per combattere l'epidemia. Da questa indagine - conclude il presidente - emergeranno utili valutazioni per procedere, d'intesa con il governo nazionale, all'organizzazione della fase 2, che dovrà mettere al primo posto la salute dei lavatori e dei cittadini". 

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