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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Corruzione, arrestato dipendente del Comune di Livorno: ai domiciliari un imprenditore edile, altri 8 indagati

Operazione Teodolite, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica

Un dipendente del Comune di Livorno, Marco Nencioni 60 anni, ex responsabile dell'Ufficio tecnico patrimoniale e procedure espropriative e dal 7 gennaio 2020 spostato con provvedimento dirigenziale ad altro incarico secondo le linee guida Anac, e un operatore immobiliare, Alessio Cristiglio (57 anni), sono stati arrestati e messi ai domiciliari con le accuse di corruzione (a Nencioni viene contestato anche il reato di abuso di ufficio). Entrambi, secondo le contestazioni mosse dalla procura di Livorno e condivise dal gip del tribunale, per anni avrebbero gestito, traendone consistenti profitti illeciti, un sistema di malaffare all'interno dell'Ufficio del patrimonio di palazzo civico creando una fitta trama di rapporti illeciti con imprenditori ed altri operatori del settore immobiliare.

Contestualmente, nell'operazione denominata Teodolite, altri otto professionisti sono stati denunciati: sette sono stati interdetti temporaneamente dall'esercizio delle proprie attività professionali mentre per un architetto l'interdizione durerà un anno. Inoltre negli uffici degli indagati – a Livorno, Rosignano Marittimo ed in provincia di Lucca – sono state effettuate delle perquisizioni, delegate dalla Procura, che hanno consentito di trovare ulteriore materiale ora al vaglio degli inquirenti.

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Dipendente comunale arrestato, avvio dell'indagine

L'indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Livorno, che ha coordinato gli investigatori della squadra mobile della questura e quelli della polizia municipale, avviata circa due anni fa su episodi risalenti al 2017 e che ha trovato la piena collaborazione dell'amministrazione comunale, ha permesso di accertare come nell'Ufficio tecnico del patrimonio si fosse creato un meccanismo di tipo corruttivo, generato dall'accordo tra imprenditori ed altri operatori del settore immobiliare con il funzionario arrestato, finalizzato alla realizzazione di interessi privati in cambio di consistenti utilità economiche, con grave danno per l'interesse pubblico. 

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"Offriva vantaggi a imprenditori immobiliari grazie alla sua posizione"

Il dipendente arrestato, al quale erano affidate varie e delicate funzioni, avrebbe esercitato, contestualmente all'attività di dipendente pubblico, quella di geometra in favore di privati, soprattutto imprenditori ed altri operatori del settore immobiliare, con cui ha avuto occasione di stringere rapporti nello svolgimento delle sue funzioni istituzionali. Questi ultimi, pur essendo ben a conoscenza della funzione pubblica svolta dall'uomo, si sarebbero rivolti proprio a lui in ragione dei vantaggi che era possibile trarre dalla veste pubblica ricoperta.

In cambio delle prestazioni professionali abusivamente fornite, il dipendente avrebbe ricevuto corrispettivi in denaro, percepiti sia personalmente (senza fattura) sia per il tramite di compiacenti professionisti abilitati, utilizzati dall'indagato come prestanomi, tra i quali un architetto indagato – o altre lucrose utilità, necessarie per far fronte alle consistenti esposizioni debitorie derivanti da un elevato tenore di vita, come risulta dalle indagini patrimoniali effettuate dagli investigatori.

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La stretta collaborazione con un imprenditore e le operazioni speculative

Dalle indagini è poi emerso che un operatore immobiliare si sarebbe rivolto a Nencioni in maniera continuativa e pressoché sistematica, allo scopo di risolvere nella maniera più favorevole al suo interesse personale ogni questione tecnica in grado di precludere o ritardare la conclusione di un affare immobiliare così da conseguire laute mediazioni. In aggiunta avrebbe organizzato operazioni immobiliari a carattere speculativo, mirando solamente a incrementare il prestigio ed i guadagni della propria agenzia e dei relativi clienti. In questo caso Nencioni avrebbe distorto la sua funzione indirizzandola non al perseguimento dell'interesse pubblico, ma a quello del privato e dei clienti della sua agenzia, in cambio di consistenti personali utilità di natura economica conseguite tramite lucrosi incarichi professionali retribuiti dagli imprenditori edili clienti dell'agenzia immobiliare.

I rapporti illeciti con altri imprenditori 

Secondo gli investigatori, Nencioni avrebbe tenuto rapporti illeciti anche con altri cinque imprenditori operanti nel settore immobiliare, i quali hanno usufruito delle sue prestazioni professionali in violazione dei doveri di correttezza ed imparzialità a lui imposti in virtù della sua funzione istituzionale. Gli imprenditori gli avrebbero commissionato l'esecuzione di progetti e pratiche edilizie svolte o da svolgere sui medesimi beni immobili che gli stessi si erano aggiudicati o avevano in progetto di aggiudicarsi a seguito di gare pubbliche in cui Nencioni ha svolto, secondo le contestazioni mosse,  in maniera distorta la sua funzione istituzionale redigendo relazioni di stima ribassate per favorire i suoi clienti privati.

Tra questi c'erano anche un imprenditore edile e un soggetto operante nel settore della ristorazione, i quali avrebbero anch'essi usufruito dell'anomalo svolgimento della funzione istituzionale in cambio di lucrosi compensi in denaro versati come corrispettivo della attività di progettazione edilizia svolta abusivamente dall'impiegato comunale.

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L'accusa di abuso di ufficio

A Nencioni è stato contestato anche il reato di abuso d'ufficio poiché, quale pubblico ufficiale nel compimento di atti del proprio servizio, quali l'inserimento in un piano di alienazione di beni del patrimonio comunale approvato, la redazione delle relative stime e frazionamento di un terreno, omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio e del proprio nipote geometra, incaricato dal condominio di seguire la pratica, veniva retribuito, insieme al nipote, con la somma di 7.500 euro per le prestazioni professionali.

La richiesta di assuzione del figlio in vista di altri "affari"

Il Gip, condividendo le considerazioni del pubblico ministero della Procura di Livorno, ha ritenuto attuale il pericolo di reiterazione dei reati da parte del dipendente comunale arrestato. Peraltro, come emerso dalle investigazioni, Nencioni non solo non avrebbe mostrato alcun pentimento per le proprie malefatte, ma addirittura avrebbe dimostrato di voler continuare a delinquere utilizzando maggiori accortezze e riattivando i propri canali tra gli operatori del settore immobiliare (ad uno dei quali ha persino chiesto di assumere il proprio figlio, anche in vista di successivi affari). Inoltre Nencioni si sarebbe adoperato affinché venga fornita agli inquirenti una fittizia ricostruzione dei fatti mediante false testimonianze e la sottrazione di prove documentali.

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