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Cronaca

Profitti per 60mila euro, sequestrata una parte di villa al dipendente comunale indagato per corruzione

L'operazione di polizia e finanza. Marco Nencioni era stato arrestato (e poi rilasciato) lo scorso marzo con l'accusa di aver messo in piedi una fitta trama di rapporti illeciti con imprenditori del settore immobiliare.

Avrebbe tratto profitto per circa 60mila euro da operazioni immobiliari e finanziare per le quali risulta indagato per corruzione. Per questo, in via prudenziale, non trovando soldi sul conte corrente né beni direttamente a lui intestati, la squadra mobile di Livorno e la guardia di finanza, nell'ambito di un'attività d'indagine diretta dalla procura di Livorno, hanno eseguito il sequestro preventivo per equivalente di una porzione della villa di Marco Nencioni, l'ex dipendente comunale arrestato lo scorso 12 marzo (poi rilasciato il mese successivo, ndr) e al momento indagato con l'accusa di corruzione. Una villa di oltre 400 metri quadrati con piscina e ampio giardino, intestata alla moglie, che gli inquirenti hanno comunque ritenuto nella disponibilità dell'indagato, essendovi residente con le utenze allacciate a suo nome.

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Gli accertamenti patrimoniali, avviati dagli investigatori della polizia ed approfonditi dalla fiamme gialle, traggono proprio spunto dall'attività d'indagine della squadra mobile livornese, che aveva individuato alcuni imprenditori i quali, nel tempo, avevano acquisito, mediante acquisti e/o permute, proprietà pubbliche riguardanti immobili e terreni, avvalendosi di perizie eseguite dal dipendente quale ex responsabile di un ufficio di amministrazione del patrimonio e del demanio. Secondo la contestazione della procura, in cambio dei suoi favori il dipendente avrebbe ricevuto l'incarico di redigere progetti e svolgere altre attività remunerative di carattere professionale al di fuori del suo impiego di tecnico pubblico.  

Le indagini svolte, dopo la quantificazione del prezzo-profitto del reato di corruzione contestato all'indagato, hanno fatto emergere una situazione ritenuta anomala sotto il profilo finanziario, in quanto da un lato i conti correnti riferibili a Nencioni venivano svuotati subito dopo l'accredito degli emolumenti stipendiali, dall'altro non c'erano beni immobili nella disponibilità dell'indagato. In questo quadro, la moglie di Nencioni risultava unica proprietaria dell'immobile dove viveva tutto il nucleo familiare, senza però percepire redditi sufficienti a sostenere contemporaneamente i due mutui accesi per l'acquisto dell'immobile in quanto il totale dei suoi introiti era inferiore all'importo complessivo delle rate pagate.

Su queste basi, in mancanza di disponibilità finanziarie nei conti correnti e\o nei depositi bancari, il gip del tribunale di Livorno ha accolto la richiesta della procura e ha disposto il sequestro preventivo per equivalente per un importo di 59.600 euro considerato prezzo-profitto del contestato reato di corruzione. Per tale importo è stata sequestrata una porzione della villa di oltre 400 metri quadrati con piscina e ampio giardino, intestata alla donna, ma  ritenuta nella disponibilità dell'indagato poiché lo stesso è in quel luogo residente ed ha utenze allacciate a suo nome.

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