Dolore e rabbia al corteo per Denny Magina: "Poteva essere tuo figlio, chi tace è complice". Foto e video
Centinaia di persone alla fiaccolata in memoria del giovane. "Vogliamo giustizia, non dovranno esserci mai più altri Denny"
Dolore. E rabbia. Di mamma Erika, in prima fila che tiene la foto del suo bimbo sorridente. Dei familiari, che subito dietro guidano il corteo con lo striscione "Giustizia per Denny". E ancora degli amici, perché "mai più un altro Denny", o di tutti coloro, presenti in centinaia, che dicono "poteva essere tuo figlio". È una fiaccolata composta e silenziosa quella che, poco dopo le 21 di ieri domenica 11 settembre, si muove dai Quattro mori a piazza della Repubblica tra cuori rossi sulle magliette bianche. I ricordi sono a decine, "Denny vive".
Ora si grida forte "giustizia" e lo si fa sempre di più fino a via Giordano Bruno, sotto la finestra al quarto piano del civico 2 dalla quale, lo scorso 22 agosto, il giovane Magina precipitò in circostanze ancora da chiarire morendo poche ore dopo in ospedale. "Chi sa parli" è l'urlo del corteo che si fa sentire alzando la voce, fischiando, battendo le mani. Perché a dare risposte dovranno essere gli inquirenti che indagano a 360°, ma determinante potrebbe essere la collaborazione di chi ha visto o sentito qualcosa.
E allora "chi tace è complice" è l'accusa impressa su uno striscione all'ingresso del cortile dove la rabbia è nei cori di chi non si dà pace ed urla "vergogna". Poi "siamo tutte mamme Erika", più volte ripetuto, seguito da un lunghissimo applauso. Lei ringrazia, commossa, e lo fanno i familiari tutti per il sostegno ricevuto. "Saremo sempre con voi, saremo sempre di più - promettono gli amici -. Organizzeremo altre manifestazioni fino a quando non sarà fatta giustizia".
