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Cronaca

Costo della vita, a Livorno le famiglie spenderanno 1.200 euro in più rispetto al 2021

Secondo il report stilato dall'Unione nazionale consumatori la città è al 33° posto nella classifica degli aumenti, con una crescita annua dell'inflazione di 4,6%

Circa 1.200 euro in più a famiglia. È questa la cifra che i livornesi, secondo la classifica stilata dall'Unione nazionale consumatori ed elaborata sui dati Istat, spenderanno mediamente quest'anno a seguito dell'aumento di vari prodotti che andranno a generare una crescita percentuale annua dell'inflazione, in città, del 4,6%. È la sesta città Toscana, dopo Arezzo, Siena, Pistoia, Grosseto e Firenze. Cifra, quella di 1.199 euro, che aumenta nel caso di una famiglia composta da quattro componenti. 

Il podio non accoglie città toscane, visto che in vetta ci sono Bolzano (1.972 euro, +6,2%), Piacenza (1.763 euro, +6,6%) e Bologna (1.635 euro, +5,8%) Una classifica stilata in termini di costo della vita. In testa alla classifica delle regioni con più rincari, con un'inflazione annua a +5,7%, la Valle d'Aosta che registra a famiglia un aggravio medio pari a 1.449 euro su base annua, e che vince la classifica con 2.394 euro per una famiglia di 4 persone. Segue il Trentino, dove la crescita dei prezzi del 6% (il record per le regioni) implica un'impennata del costo della vita pari in media a 1.626 euro (primato nazionale) e a 2.329 euro per una famiglia di 4 componenti.

Massimiliano Dona (Unione nazionale consumatori): "L'aumento è colpa dei beni energetici"

"È da un quarto di secolo - afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori -, dall'aprile del 1996 che non si registrava un'impennata dei prezzi del 4,8%. La colpa è dei beni energetici, ossia luce, gas e benzina, senza i quali l'inflazione sarebbe pari solo all'1,8%. Per questo il governo deve fare molto di più, sia su luce e gas, spostando in questo trimestre invece che nel prossimo i 2,7 miliardi stanziati per le famiglie nell'ultimo decreto, sia facendo qualcosa per i carburanti, del tutto dimenticati dall'esecutivo, ma che hanno lo stesso effetto moltiplicativo sull'inflazione dell'energia, quest'ultima - ha concluso - incidendo sui costi di produzione, mentre benzina e gasolio sui costi di trasporto di tutti i beni".

Ad aumentare, oltre ai beni energetici, rispetto al gennaio 2021 sono anche prodotti come burro e pasta. Tra i beni non energetici quelli per i quali vengono registrati più rincari sono gli apparecchi per la telefonia fissa, per il riscaldamento e i condizionatori d’aria.

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