Covid, volontario livornese riabbraccia il primo paziente soccorso a Bergamo: "Per lui ci sarò sempre"
La storia di Samuele Raffaelli, 34 anni, che nel marzo 2020 insieme ad altri colleghi della Misericordia fu operativo in Lombardia
Un viaggio a distanza di due anni per andare a trovare e abbracciare quella persona che, a inizio pandemia, durante i drammatici giorni delle indimenticali immagini delle bare di Bergamo, insieme ad altri colleghi soccorritori della Misericordia di Livorno aveva trasportato all'ospedale perché contagiato dal Covid-19. È la storia di Samuele Raffaelli, livornese, 34 anni, che domenica scorsa, 20 febbraio, ha deciso di andare a salutare una persona speciale. Un uomo - Bruno Rocchetti il suo nome - con il quale in questi mesi aveva mantenuto contatti e che probabilmente, in lui, come negli altri colleghi, ha visto degli angeli che l'hanno aiutato a lottare e a sopravvivere alla malattia.
"Ore di attesa per un posto in ospedale, poi quel saluto senza sapere se mai sarebbe uscito"
A inizio 2020, infatti, nei terribili giorni del paziente zero di Codogno, delle zone rosse, dei lockdown e delle chiusure totali, Samuele e un altro collega della Misericordia Livorno, Alessandro, andarono a Bergamo con un mezzo della Confraternita per dare il loro aiuto e il loro sostegno alla causa lombarda. Volontari in prima linea, andando a raccogliere l'invito delle Misericordie. "Bruno Rocchetti, il mio amico - racconta Samuele - è la prima persona che ha richiesto il nostro soccorso nei primi intensi giorni di pandemia a Bergamo. Ricordo le prime parole appena entrammo in casa di sua moglie Claudia: riconobbero il nostro accento e soprattutto la nostra ambulanza. 'Ma siete venuti da Livorno?' ci chiese con area stupita. E io: 'Sì, signora'.
"Dopo un’attesa infinita - prosegue Samuele - riuscimmo a trovare un posto in ospedale. In quei giorni non era così facile come può sembrare. In quell’attesa piena di ansie per entrambi, ci siamo raccontati un po' delle nostre vite e proprio in quel momento abbiamo stretto un legame che manterrò per sempre. Non potrò mai scordare i suoi occhi appena uscì il personale sanitario a prenderlo per ricoverarlo. Tutti vestiti con i necessari dispositivi di protezione e lui... che si girò verso di me per salutarmi e ringraziandomi non sapendo se sarebbe mai uscito da quell’ospedale".
"Avevo promesso che sarei andato a trovarlo, per persone come lui ci saremo sempre"
A distanza di due anni Samuele è montato sulla sua moto ed è andato a trovare Bruno, con il quale aveva mantenuto contatti. La moglie di Bruno infatti aveva iniziato a cercare Samuele poco dopo perchè voleva ringraziarlo su Facebook, e dopo qualche mese ce l'ha fatta e gli ha richiesto l'amicizia. Samuele si è informato con la donna delle condizioni del marito, ma lei era riuscita a parlargli solo dopo un mese e mezzo di ricovero. "Siamo rimasti in contatto e chiedevo notizie su come stesse, poi ho saputo che Bruno ha comprato un camper dopo aver superato il Covid e ha deciso di girare e visitare l'italia. Tappa certa livorno - ha aggiunto - per poter conoscere anche gli altri volonatri che sono andati a turno in Lombardia a portare il loro aiuto".
"Quando mi ha visto mi è venuto subito incontro. Il venerdì - ha spiegato - gli avevo telefonato per dirgli che la domenica sarei andato a trovarlo. Mi ha subito abbracciato e mi ha detto che verrà a Livorno per vedere la sede e conoscere gli altri volontari. Gli avevo promesso che sarei andato a trovarlo e quindi appena ho avuto il tempo sono andato in moto per vederlo. Sta benissimo - ha concluso -. Noi volontari della Misericordia non siamo persone straordinarie, ma siamo solo gente che aiuta altra gente, che riesce a vedere un po’ più in là del proprio naso e che nel tempo libero dona quel che può per aiutare chi nel momento del bisogno ci chiama. Io per le persone come Bruno ci sarò finché avrò vita".