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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Asilo crollato, 50 bimbi senza scuola e 14 posti di lavoro a rischio. L'appello da 'L'isola che non c'è': "Aiutateci"

Famiglie e gestore alla disperata ricerca di una struttura per l'anno scolastico 2021/2022. I genitori: "Situazione drammatica, anche se con l'aiuto della parrocchia una soluzione ci sarebbe"

Annamaria e Yuri, i genitori di Filippo e Tommaso, erano andati a piedi a Montenero per rendere grazia alla Madonna. Ne avevano sentito il bisogno dopo il crollo dell'asilo di via Michon dal quale, nello scorso maggio, i loro figli erano usciti vivi grazie alla prontezza delle educatrici che li avevano portati fuori per tempo dopo aver avvertito il primo scricchiolio al tetto. Una tragedia soltanto sfiorata a 'L'isola che non c'è' e che oggi si è comunque trasformata in dramma per la struttura privata autorizzata che offre un servizio educativo di infanzia 0-6.

Crolla il tetto dell'asilo nido 'L'isola che non c'è': tragedia sfiorata in via Michon 

Sì, perché a tre mesi dal crollo e a uno dalla riapertura dell'anno scolastico, 50 bimbi sono ancora senza scuola e 14 persone rischiano il posto di lavoro, compresa il gestore Martina Perassi. Educatrici e personale disperati come le famiglie dei piccoli che, adesso, si appellano principalmente a diocesi e parrocchie per garantire la continuità educativa dei loro figli e il futuro de L'isola che non c'è. Lo fanno perché ancora ci sarebbe la possibilità di risolvere la questione utilizzando strutture parrocchiali, come spiegano con una lunga lettera indirizzata al Vescovo, Simone Giusti, a don Ivano Costa della parrocchia SS Vladimiro e Olga, a don Fabio Menicagli (Nostra Signora del Rosario) e infine al sindaco, perché comunque si interessi del caso.

Via Michon, crolla il tetto dell'asilo "L'isola che non c'è"

L'appello delle famiglie: "Una scuola ci sarebbe..."

Tra le strutture individuate, ci sarebbe infatti l'immobile al piano terreno del complesso Scuole Venerini di Livorno, in via Lopez, di proprietà della parrocchia Ucraino-cristiana. Una soluzione ottimale che, nonostante la disponibilità iniziale della parrocchia, non si è però concretizzata. "Sebbene la parrocchia, con tanto di accordi e bozze di contratto, avesse inizialmente accettato la proposta formulata di istituire in tale sede un centro infanzia dai 3 mesi ai 6 anni, in data 8 luglio - raccontano le famiglie - il monsignor Ivano Costa ci ha comunicato l'impossibilità di concedere in uso a L'Isola che non c'è la porzione di immobile richiesta in quanto su di essa 'grava un vincolo di destinazione d'uso per scopi pastorali'". 

Un vincolo che, secondo i genitori, sarebbe comunque superabile ma che ha costretto a valutare altre soluzioni percorribili, tra cui la richiesta a don Fabio Menicagli per avere la disponibilità temporanea della ex scuola materna Anna Maria Rosa, attiva fino al 2019-2020 ma adesso chiusa, e decisamente più adeguata rispetto a un'altra struttura proposta dalla diocesi in via Galilei, completamente da ristrutturare, decentrata e dunque impraticabile come alternativa.

"Anche per l'ex scuola Anna Maria Rosa - concludono i genitori - ci è stato detto di no. Per questo ci appelliamo al vescovo e ai parroci affinché si superi una situazione d'impasse determinata anche da una 'svista' iniziale sul vincolo che grava sull'immobile di via Lopez. L'educazione e il lavoro sono temi ben presenti nel pensiero della Chiesa e della dottrina sociale cattolica. Crediamo sia volontà di tutti trovare una soluzione positiva alla vicenda che, ripetiamo, coinvolge oltre 50 famiglie e bambini, 14 dipendenti tra personale educativo ed ausiliario e personale cucina, oltre che Martina Perassi (ed i suoi figli) i quali, giorno dopo giorno, stanno vedendo sfumare rispettivamente la possibilità di far crescere i loro figli in una struttura come quella de L'Isola che non c'è".

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