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Cronaca

Daniele Dainelli, in mostra il recupero dell'archivio fotografico alluvionato

Negativi e scatti danneggiati trasformati con tecniche digitali: inizia oggi alla Biblioteca dei Bottini dell'olio "Memoria fotografica: storia di un recupero collettivo"

La notte fra il 9 e il 10 settembre 2017 Livorno sono caduti 230 millimetri di acqua in tre ore. Un'alluvione senza precedenti che si è trasformata in tragedia. Nove morti, enormi danni nei quartieri sud della città, case spazzate via, negozi devastati. Vite distrutte. Un evento che diventerà uno spartiacque, perché a Livorno ci sarà sempre un "prima" e un "dopo" quel maledetto 10 settembre 2017. Da una parte c'è ancora il ricordo delle macerie, del fango che ha coperto tutto, dall'altra la forza della solidarietà che, già dalle prime ore del mattino di quel giorno maledetto, ha portato "i bimbi della mota", la città tutta e tante altre vicine a unirsi per salvare il salvabile e rimettersi in piedi. Livorno si è scoperta, ma non è una novità, solidale e unita. 

L'archivio fotografico di Dainelli: pezzi di vita e testimonianze travolte dall'acqua

E in quella notte di fango e dolore l'acqua ha travolto anche l'archivio di Daniele Dainelli, fotografo livornese di fama internazionale, portandosi via pezzi di vita, ricordi, momenti passati, testimonianze. "L'archivio è stato danneggiato e si è trasformato - racconta Dainelli -, l'alluvione ha cancellato quello che era originario e l'ha reso altro perché il materiale analogico è organico, si modifica".  

Personalmente Dainelli ha perso tanto, impossibile quantificare il danno. "C'era il mio vissuto in quei negativi, tutta l'esperienza e l'emozione del momento in cui ho scattato quell'immagine. Il valore che ha acquisito è una testimonianza in più, racconta cosa è davvero la fotografia. Si è aggiunta un'altra memoria, diventata collettiva". E proprio la forza della collettività ha permesso che l'archivio di Dainelli tornasse a nuova vita, seppure con le cicatrici lasciate dall'alluvione.

dainelli-2Memoria fotografica: storia di un recupero collettivo

Il progetto "Memoria Fotografica: Storia di un recupero collettivo", diventato una mostra che sarà inaugurata oggi, sabato 11 maggio alla Bibliotceca labronica dei Bottini dell'Olio, e una giornata di workshop con talenti livornesi e non di successo internazionale, nasce proprio dall'impegno di tante persone che hanno unito volontà e competenze per restituire nuova vita al materiale fotografico, ai ricordi e alla memoria. "Al momento dell'alluvione ero in Cina - dice ancora Dainelli - e, vista la gravità di quello che stava succedendo nella mia città, che andava ben oltre il danno al mio archivio, non ho fatto pressioni. Ma sono tantissime le persone che hanno dimostrato sensibilità, a partire dalle mie figlie Jasmine e Federica, la mia amica e collega Laura Lezza e tanti altri. È nato un interesse a catena che ha portato alla nascita di un progetto, ideato dalla restauratrice Simona Cicala e finanziato dalla Regione Toscana che adesso è diventato realtà".

L'impegno di ricercatori, fotografi e restauratori

Oltre a Simona Cicala, ad oggi è grazie all'intervento di fotografi, restauratori e ricercatori - tra questi Giorgio Trumpy dell'Università di Zurigo e Barbara Cattaneo dell'Opificio delle pietre dure, insieme a tanti altri come Michele e Laura Lezza - che una buona parte dell'archivio è stata ripresa, anche se ancora non è possibile stabilire quanto sia realmente recuperabile, dati i vari livelli di danneggiamento. "Sono 40.000 fotogrammi, ma tanti non sono più recuperabili - conclude Dainelli -, il lavoro di ricerca su cosa si può salvare e cosa no è ancora in atto e il convegno di sabato cercherà di mettere in chiaro, a livello scientifico, come recuperare l'archivio, concentrandosi sul patrimonio analogico".

Dainelli: "Vorrei riuscire a dare un senso di rinascita collettiva"

Al termine della giornata di studi sarà inaugurata una mostra di Daniele Dainelli. "Vorrei riuscire a dare un senso di rinascita collettiva, di speranza. Nella mostra cerco di evidenziare l'importanza del supporto che, in quanto materia organica, si trasforma". Come, del resto, la vita stessa.


 

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