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Cronaca Limoncino / Via del Limoncino

Mancato ricorso contro la riapertura della discarica del Limoncino, la rabbia di Potere al popolo e M5s

Dura presa di posizione delle forze di opposizione. Noferi (M5s): "Fuori luogo che a decidere sia un dirigente indagato per questioni di smaltimento illegale di rifiuti". Pap: "Le contraddizioni del Pd sono enormi, meravigliati che il consigliere regionale Gazzetti non abbia saputo spendersi in maniera migliore per la nostra città"

Silvia Noferi (M5s): "Fuori luogo far decidere su questioni ambientali un dirigente indagato"

Questa dunque la posizione del Movimento 5 stelle espressa in un comunicato a firma della consigliera regionale Silvia Noferi che pubblichiamo integralmente.

"Apprendiamo da Rosaria Scaffidi, rappresentante del comitato "No discarica del Limoncino", che ieri durante l'incontro con l'assessore Regionale all'Ambiente Monia Monni, era presente anche il dirigente Edo Bernini, indagato nell'indagine sui rifiuti Keu, il quale ha espresso chiaramente l'intenzione della Regione Toscana di non fare ricorso contro la sentenza del Tar che di fatto autorizza la proroga dei conferimenti nella discarica del Limoncino a Livorno, con una scusa assurda quanto puerile.

L'esperienza personale del dott. Bernini gli dovrebbe aver chiarito che in Italia esistono tre gradi di giudizio e nessuno può essere considerato colpevole prima dell'ultima sentenza, per questo ci pare assurdo che porti a giustificazione del mancato ricorso una scusa del tipo: 'la Regione Toscana non può presentare ricorso perché ha accettato il verificatore proposto dal Tribunale', dove il verificatore sarebbe un equivalente del consulente tecnico d'ufficio (CTU).

Molti cittadini hanno avuto a che fare con cause che hanno visto nominare un CTU dal Tribunale ma non per questo hanno accettato le sentenze a loro sfavorevoli senza considerare di poter fare appello.

LIMONCINO

Troviamo infine alquanto fuori luogo che un dirigente indagato per una questione di smaltimento illegale di rifiuti continui ad occuparsi e a prendere decisioni di vitale importanza per la salute dei cittadini e la sicurezza delle discariche dei rifiuti, con il beneplacito dell'Assessore e ci domandiamo come mai non sia stato trasferito ad altro incarico nell'attesa che la sua situazione venga chiarita.

Ci viene il dubbio che avere a che fare con la giustizia faccia curriculum in Regione Toscana; se consideriamo che il neo direttore di Arpat, Pietro Rubellini, è stato rinviato a giudizio nel 2018 insieme agli altri 6 indagati "accusati, oltre che di deturpamento di bellezze naturali e di danneggiamento del patrimonio nazionale, anche di falso per aver artatamente frazionato gli appalti per la manutenzione del verde, con ricorso alla "somma urgenza" ed affidamenti diretti anche per interventi che sarebbero stati largamente programmabili" (La Repubblica – Firenze 27/02/2018) ed è stato nominato il 23 marzo 2021, dal Presidente della Regione Eugenio Giani, "dopo aver valutato il curriculum dei soggetti che hanno presentato la propria candidatura", come nuovo Direttore dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT).

Il problema di fondo rimane, le discariche in Toscana scoppiano, il nuovo piano regionale dei rifiuti non c'è, si va di proroga in proroga al solo scopo di esasperare cittadini e sindaci, in modo da indurli ad accogliere la costruzione di inceneritori, quando non si è mai nemmeno tentato di far partire una seria politica di riuso e raccolta differenziata.

Il solito sistema, insieme a quello delle approvazioni delle leggi più controverse in agosto o alla fine dei mandati, chi gestisce il potere in modo 'professionale' e continuato da decenni, ormai lo ha ben sperimentato".

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