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Cronaca

Nuovo dpcm, Confesercenti contro divieto da asporto per bar ed enoteche: "Siamo quasi al proibizionismo"

Le critiche dell'associazione di impresa: "Provvedimento iniquo, minimarket e negozi non specializzati possono continuare a vendere". E Confcommercio si allinea: "Siamo allo stremo, ma non bisogna violare le regole"

Se l'intento di vietare l'asporto dopo le 18 era prevenire assembramenti come quelli, ad esempio, visti a Livorno tra via Cambini e via Roma, ovvero la zona dell'aperitivo in centro, le restrizioni imposte nel nuovo dpcm in vigore da ieri 16 gennaio preoccupano e non poco le associazioni di categoria per la tenuta economica degli esercenti già fortemente penalizzati da 10 mesi di pandemia. Non solo: secondo Confesercenti Livorno, quello adottato dalla presidenza del consiglio dei ministri sarebbe un provvedimento "gravemente iniquo" perché, oltre alle imprese di somministrazione senza cucina - ovvero bar, caffetterie e simili - colpisce anche i negozi specializzati in bevande, come le enoteche, dove non è prevista alcuna consumazione sul posto. "Un divieto quasi da proibizionismo - commenta Maristella Calgaro, presidente Confesercenti -, se non fosse che è limitato solo a pubblici esercizi e negozi specializzati: minimarket e grande distribuzione potranno infatti continuare tranquillamente a vendere bevande, anche alcoliche".

Calgaro (Confesercenti): "Assembramenti anche con bar ed enoteche chiusi"

"Si tratta di una stortura da correggere immediatamente - sostiene Calgaro -, perché rende ancora più odioso un divieto che è già di difficile comprensione. Si colpisce l'asporto per colpire gli assembramenti, che comunque continueranno anche con i bar e le enoteche chiuse per decreto. A questo si aggiunge l'incertezza che, come al solito, accompagna e precede i procedimenti restrittivi. Le imprese sono ormai all'esasperazione: è inaccettabile che non sappiano ancora se e in che modi potranno svolgere la propria attività, hanno bisogno di chiarezza per programmare l'attività. Bisogna cambiare metodo, così non funziona".

Confcommercio: "Imprese allo stremo, ma non bisogna violare le regole"

Dello stesso parere anche Confcommercio: "La restrizione sull'asporto serale del nuovo dpcm aggrava una situazione già drammatica per tutti i pubblici esercizi - afferma la presidente provinciale, Francesca Marcucci -. Lockdown e restrizioni nell'orario, turismo bloccato e scarsissima capacità di spesa delle famiglie hanno comportato per le imprese della ristorazione nella loro totalità una perdita di fatturato del 50% nel dicembre di quest'anno in confronto allo stesso mese del 2019. Ma per i locali che concentrano le attività principalmente nella fascia serale il fatturato scende di oltre il 70% rispetto al dicembre dell'anno passato".  

""Il settore è allo stremo e lo sconforto degli operatori cresce esponenzialmente - aggiunge Federica Garaffa Cristiani, responsabile per i Pubblici Esercizi Fipe Confcommercio -. Gli imprenditori sono legittimamente esasperati e molti temono per il futuro più prossimo. Invitiamo però tutti gli operatori a rispettare le norme anticontagio per non rischiare (e fare rischiare ai clienti) sanzioni molto alte. Stiamo cercando di avere da governo ristori commisurati alle perdite subite rispetto al 2019. Contiamo sulla collaborazione di tutti per il rispetto del divieto di assembramento".

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