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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Promessi Sposi, la rabbia di Martina Berni: "Il settore del wedding rimarrà fermo per almeno un anno. Senza aiuti chiudiamo"

Per un cavillo burocratico la titolare del negozio di via Provinciale Pisana non riuscirebbe ad accedere ai finanziamenti per la sua attività. "Ho rilevato l'azienda di famiglia e non voglio mandare in fumo trent'anni di sacrifici"

"Abbiamo fatto domanda per il sostegno economico appena è uscita la bozza del decreto Cura Italia ma la scorsa settimana abbiamo scoperto, dal direttore della nostra banca, che non è stata accettata dal governo". È amareggiata Martina Berni, titolare con la sorella Eleonora del negozio "Promessi Sposi", specializzato nell'organizzazione di matrimoni. "Abbiamo alle spalle un'attività trentennale che fino a tutto 2018 è stata a nome di nostra madre e il 28 dicembre 2018 è stata costituita una nuova socetà con cui formalmente io e mia sorella abbiamo rilevato l'azienda che quindi ha iniziato a essere operativa nel 2019. Dietro richiesta del commercialista e della banca abbiamo dovuto depositare, per forza, un bilancio relativo al 2018 per poter fare domanda di aiuti ma, chiaramente, la nuova azienda non ha un bilancio per quei pochi giorni "di passaggio".

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Berni "Promessi Sposi": "Rischiamo di vedere andare in fumo trent'anni di lavoro e sacrifici"

Un cavillo che, però, sembra aver precluso a Martina la possibilità di accedere ai finanziamenti statali (prestiti fino a un massimo di 25mila euro con il decreto Cura Italia), facendo piombare lei e sua sorella nella più totale disperazione. "Potremmo presentare una autocertificazione per il 2019 ma non è chiaro cosa succederebbe per quei tre giorni di vuoto nel 2018. Abbiamo rilevato un'azienda storica e fatto cambiamenti importanti, ingrandito la sede e operato investimenti consistenti - racconta ancora Martina -. Il nostro settore poi non è davvero ripartito. Abbiamo potuto riaprire al pubblico ma, di fatto, non ci sarà più un matrimonio fino alla primavera del 2021. Per quest'anno ormai è saltato tutto e questo 'scherzetto' rischia di costarci parecchio. Al prossimo anno dobbiamo arrivarci in piedi e se tagliano fuori dagli aiuti tutte le aziende che hanno cambiato gestione, e non sono state costituite da zero, e si trovano quindi nella nostra stessa situazione si rischia di mandare in malore una grossa fetta di aziende".

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(Martina e Eleonora Berni di Promessi Sposi)

"Il settore wedding rimarrà fermo per un anno almeno, non vogliamo l'elemosina ma la possibilità di rimanere in piedi"

Il prossimo passo adesso è cercare di capire se è possibile trovare un "escamotage" ovviamente regolare per accedere ai finanziamenti e tenere in piedi l'attività fino a che il settore legato al wedding non ripartirà. "Noi non chiediamo nessun favore - continua Martina - ma non mi sembra giusto che per un vizio di forma si debba rischiare di chiudere un'azienda storica. Io non ho un bilancio del 2018 da presentare perché in quell'anno la ditta aveva un'altra denominazione e così come è adesso esiste dal gennaio del 2019. Sembra una beffa, lo so, e la cosa che più mi fa rabbia è che sembra una presa in giro". Martina, che nel negozio di famiglia lavora da quando aveva 13 anni oggi, che ne ha 41 anni, sente forte il dovere di proteggere la sua attività da una burocrazia che fa acqua da tutte le parti. "Non voglio l'elemosina che hanno fatto passare per sostegno alle aziende - conclude sempre più amareggiata - voglio soltanto poter tenere in piedi il negozio fino a che non sarà possibile ricominciare a organizzare i matrimoni come si deve e far ripartire l'economia ad essi legata".

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"Ho scritto a tutti i politici che sono riuscita a raggiungere e non mi fermerò finché non avrò una risposta"

Per far sentire la sua voce Martina ha scritto una lettera indirizzata al Ministro dell'economia e delle finanze Gualtieri facendosi portavoce anche delle altre realtà che in queste ore vivono lo stesso dramma. "L'ho inviata a tutti i politici che sono riuscita a raggiungere a mezzo social e continuerò a farlo - conclude -. Con il direttore della banca stiamo cercando di capire se esiste una via d'uscita, ma quello che è certo è che non mi fermerò finché qualcuno non mi darà una risposta. Credo di avere il diritto a quei soldi".

La lettera aperta di Martina e Eleonora Berni

Caro Ministro dell'Economia e delle Finanze,
ad inizio pandemia il governo di cui fa parte ha promesso che non avrebbe fatto chiudere nessuna attività.
Ora, io torno in questo momento dal mio istituto bancario dove ho appreso la magnifica notizia che quasi sicuramente non potrò rientrare nel decreto Cura Italia poiché l'azienda (azienda di famiglia da 30 anni passata alla gestione mia e di mia sorella da nostra madre) è stata costituita il 28/12/2018. Ma lei come Ministro dell'economia saprà benissimo che un'azienda cessa a fine anno per essere registrata la nuova gestione nell'anno successivo (nel nostro caso 3 giorni).
Saprà che la burocrazia italiana prevede questa forma, la più ovvia e corretta.
È chiaro che non avrò bilancio a nostro carico relativo all'anno 2018 perché, come ovvio, la società è divenuta attiva nel 2019. Quindi per 3 giorni ci troviamo respinta la domanda.
Ora, non ritenendovi stupidi, credo che questa voglia essere una regola subdola per tagliar fuori una fetta di attività che avrebbero avuto diritto all'aiuto dello Stato.
Sia chiaro che non vogliamo niente in regalo, ma un aiuto concreto che ci impegnavamo a restituire come da 30 anni di onorata carriera abbiamo fatto e che ci spetterebbe se non per questi stramaledetti 3 giorni.
Sappiamo, inoltre - notizia di questi giorni -  che ci sono persone che hanno beneficiato del reddito di cittadinanza pur essendo in carcere. 
Noi per una clausola assurda ci vediamo negare un nostro diritto oltretutto che abbiamo sempre onorato i nostri impegni.
Semplicemente, ma voi una coscienza l'avete? Tra l'altro, i nostri danni, non si limitano ai 2/3 mesi di chiusura ma avranno ripercussioni per l'intera stagione, facendo noi parte di un settore a cui è stato vietato l'assembramento legato alle cerimonie. Mi piacerebbe che qualcuno si prendesse la briga di darci una risposta.

 Martina e Eleonora
Berni
Titolari di Promessi Sposi SNC

 

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